8° capitolo


Traumi cranio-cerebrali

Il cervello è costituito da due emisferi collegati tra loro da una fascia di fibre nervose chiamata “corpo calloso”. Le caratteristiche di determinate funzioni e capacità si differenziano a seconda delle parti del cervello interessate: così per esempio al linguaggio presiede specialmente l’emisfero sinistro del cervello, mentre alla musicalità è deputato per lo più l’emisfero destro. Nel caso di una lesione cerebrale a seguito di un incidente, i danni conseguenti dipendono da quali aree sono interessate, dalla gravità e dalla sede della lesione. Dopo gravi lesioni cerebrali, oltre ad altri danni, possono insorgere disturbi permanenti dell’apprendimento e della memoria, così come difficoltà di attenzione e di concentrazione. In realtà è stato assodato che un trauma cranio-cerebrale acuto - come per esempio quello subito dai pugili nel caso del cosiddetto “knock out” (KO) - comporta una formazione elevata di beta-amiloide, il componente base delle “placche dell’Alzheimer”. Così come nel caso del morbo di Alzheimer e di una demenza frontotemporale (= una forma di demenza che coinvolge specialmente la parte anteriore dell’encefalo e si manifesta tra l’altro con anomalie comportamentali), i traumi cranio-cerebrali ripetuti comportano un accumulo di proteine “dannose” come le proteine tau e TDP-42. Queste proteine si possono trovare in moltissime forme diverse di demenza (come per es. il morbo di Alzheimer e la demenza frontotemporale) e contribuiscono alla morte dei neuroni. Benché non sia ancora chiara l’esatta correlazione tra le due cose, gli studi scientifici indicano che traumi cranio-cerebrali lievi ma ripetuti, associati anche senza sintomi ad una commozione cerebrale, possono portare a cambiamenti neurodegenerativi (= che distruggono i neuroni). Una commozione cerebrale di regola è la conseguenza di un incidente o di un’aggressione e pertanto non è prevedibile, dunque non può essere evitata. Ciononostante, in altri casi, alcune precauzioni generali possono ridurre sensibilmente il rischio di procurarsi una lesione alla testa e di danneggiare la memoria.
Lo sapevi che...
… le lesioni craniche in soggetti di età superiore ai 65 anni aumentano del 20% il rischio di demenza? (Gardner e altri, 2014)
Lo sapevi che...
… a seguito di lesioni craniche in soggetti di età superiore ai 50 anni si riscontra un 60% in più dei cosiddetti “depositi di proteine” (placche di beta-amiloide) rispetto ai soggetti di controllo che non hanno riportato lesioni? (Roberts e altri, 1994) Questi depositi sono presenti anche nel cervello dei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer.
Lo sapevi che...
… il 10-20% dei pugili professionisti soffre di conseguenze patologiche persistenti come tremori, paralisi, demenza, depressione e aggressività? Una volta questa malattia era nota come “demenza del pugile“, ma adesso è più comunemente usato il termine “encefalopatia traumatica cronica“ (CTE). La “World Medical Association“ (WMA) nel 2005 si è battuta per ottenere un divieto generale di praticare il pugilato, ma senza successo.
Ricordati che...
… non sempre un colpo alla testa conseguente ad una lieve caduta comporta lo sviluppo di disturbi della memoria. Tuttavia lesioni craniche lievi ma ripetute, anche all'apparenza asintomatiche, possono avere ripercussioni sulla salute mentale.
Arreda la tua casa “a prova di caduta” e rendi sicuri gli ostacoli come soglie, bordi di tappeti, cavi e piastrelle scivolose. Anche water o letti troppo bassi aumentano il rischio di sbattere la testa da qualche parte.
Una buona illuminazione a casa è un’importante misura di prevenzione contro le cadute: anche di notte devi assicurarti di riuscire a vedere bene.
Usa calzini antiscivolo o pantofole.
Allacciati la cintura di sicurezza in auto. Controlla che il tuo airbag funzioni.
Non usare la macchina né la bicicletta se non stai bene o non ti senti sicuro o sei distratto.
Indossa il casco se fai attività sportive come ad esempio ciclismo, equitazione, sci o pattinaggio in linea.
Problemi di salute come fluttuazioni della pressione, alimentazione carente, ipoglicemia e convulsioni possono compromettere la sicurezza dell’andatura. Nel caso di un problema di salute acuto siediti (all’occorrenza anche sul pavimento) e aspetta di stare meglio o prova a richiamare l’attenzione di altre persone sull’accaduto. Non fare lunghi percorsi ed evita assolutamente le scale o le salite se sei spossato fisicamente. Il telesoccorso (cfr. capitolo 12) può costituire un’ulteriore misura di sicurezza ed essere attivato in caso di emergenza.
Con l’età diminuiscono la velocità, l’equilibrio e l’attenzione, che però possono essere allenati ottimamente con semplici esercizi per l’equilibrio da eseguire con regolarità.
Dopo una caduta o un colpo violento alla testa consulta un medico, anche se non riscontri sintomi gravi.
Chi ha una commozione cerebrale dovrebbe assolutamente curarla a fondo ed evitare attività sportive o che possano provocare cadute: nei primi sette-dieci giorni successivi ad una commozione cerebrale basta anche un colpo molto più lieve per provocare un’altra emorragia cerebrale.

9° capitolo


Veleni ambientali e radiazioni elettromagnetiche

Il fatto che determinate sostanze nocive presenti nell’ambiente influiscano sul rischio di avere difficoltà di memoria o di contrarre una demenza, continua ad essere un argomento di grande interesse per la ricerca. A questo proposito, negli ultimi anni l’attenzione è puntata soprattutto sull’alluminio, un metallo leggero, e sulle radiazioni elettromagnetiche.
Il grande interesse della ricerca attorno al tema dell’alluminio è nato quando nel cervello di pazienti con il morbo di Alzheimer è stata rinvenuta un’elevata concentrazione di alluminio e alcuni scienziati italiani hanno dimostrato che in questo caso la ferritina (una proteina) contiene anche alluminio. Tuttavia finora non si è ancora riusciti a chiarire se il tenore di alluminio non sia forse solo una conseguenza della malattia, ovvero se probabilmente questo metallo di per sé non provochi la malattia, ma compaia contemporaneamente ad essa solo come sottoprodotto.
Ricordati che...
… benché allo stato attuale della ricerca non vi sia chiarezza in merito ai rischi per la salute, per le radiazioni elettromagnetiche fondamentalmente vale questo principio: più sei lontano dalla sorgente, più debole è la radiazione.
Inoltre da anni è ancora controversa la questione se le radiazioni elettromagnetiche (chiamate anche “elettrosmog”) emesse dai telefoni mobili o dai ripetitori aumentino il rischio di contrarre il morbo dell’Alzheimer. Alcuni studi epidemiologici (= studi che si occupano della diffusione delle malattie) indicano che le persone esposte a lungo per motivi professionali a campi elettromagnetici a bassa frequenza hanno contratto più facilmente l’Alzheimer. Tuttavia questi studi sono stati spesso criticati, perché si differenziano notevolmente per ciò che concerne la rilevazione dei dati e non sono in grado di spiegare l’effetto delle radiazioni elettromagnetiche. Per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità finora non ha messo in guardia esplicitamente sui rischi dei campi elettromagnetici a bassa frequenza.
Riassumendo, fino adesso dunque non vi è in linea di massima alcuna indicazione secondo cui determinate sostanze nocive possono provocare una demenza. In via del tutto generale, comunque, è consigliabile proteggersi da dosi elevate di sostanze nocive di qualunque tipo per non mettere a repentaglio la propria salute e il proprio benessere.
L’alluminio viene assorbito con gli alimenti, l’acqua potabile, gli imballaggi dei prodotti alimentari, i cosmetici e i farmaci e non dovrebbe superare 1 milligrammo alla settimana per ogni chilo di peso corporeo. La maggior parte delle persone raggiunge la dose massima tollerabile già solo con il cibo. Un nesso causale tra l’assorbimento di alluminio e la comparsa della malattia di Alzheimer finora non è ancora stato comprovato. Ciononostante, se per questo motivo non ti sentissi tranquillo e volessi andare sul sicuro, potresti ridurre l’assorbimento di alluminio evitando di applicare nel cavo ascellare, subito dopo la depilazione, deodoranti contenenti alluminio sulla pelle irritata. Leggi quindi gli ingredienti: se compare la parola “alluminio“ in un componente (per es. cloruro di alluminio, cloridrato di alluminio-zirconio o cloridrato di alluminio), allora l’alluminio c’è.
Anche l’“elettrosmog” attualmente è classificato come probabile fattore di rischio per la demenza, in quanto finora non ci sono prove scientifiche sufficienti al riguardo per spingersi oltre. D’altra parte la tecnologia è ancora troppo giovane per una valutazione conclusiva degli effetti sulla salute a lungo periodo. Se vuoi ridurre l’esposizione alle radiazioni, l’ufficio federale di radioprotezione (BFS) propone misure di vario tipo: telefona con le cuffie e disattiva il traffico dati (= “dati mobili” o “connessione dati”) mentre tieni il cellulare appoggiato alla testa. Naviga in internet solo se la ricezione è buona, compra un cellulare con un valore SAR ridotto (te lo può indicare il negoziante) e tienilo alla distanza minima indicata dal produttore. Se tieni il tuo cellulare in “modalità aerea” (modalità offline), oltre alle radiazioni ti risparmierai anche lo stress.