Parliamo in pubblico

Prendiamo coraggio

// Lorena Palanga //
Gli studi dimostrano che le donne hanno più paura rispetto a questa competenza oggi più che mai cruciale nel mondo professionale.
© Pavel Danilyu - pexels
Per contare di più ed essere più presenti, per non dover più essere costrette ad assistere all’ennesimo “manel“, ovvero conferenze tutte al maschile, le donne devono acquisire maggiore sicurezza nel parlare in pubblico. Lo confermano diversi studi presentati negli ultimi anni: l’ansia che deriva da questo tipo di esposizione è soprattutto donna. Quella che più preoccupa è la paura del giudizio, alla quale si deve aggiungere la pressione che la donna subisce legata al suo aspetto esteriore. Per non parlare del timbro di voce: le donne che per costituzione hanno un tono meno grave rispetto a quello degli uomini e si focalizzano molto su questo aspetto. Perfino la lady di ferro, la premier britannica Margaret Thatcher, decise di lavorarci su per renderlo meno acuto e più adatto a quello di un capo di Stato. Il mix di queste paure e ansie rappresenta un ostacolo se si tiene conto che nel mondo del lavoro attuale la capacità di comunicare efficacemente davanti a un pubblico può fare la differenza nel raggiungimento degli obiettivi professionali. È risaputo infatti che chi ha maggiore difficoltà a parlare in pubblico rischia oggi di essere penalizzato rispetto a chi, invece, padroneggia con sicurezza quest’arte. Nel mondo professionale odierno, saper comunicare efficacemente è un ingrediente fondamentale per arricchire quello che viene definito il proprio personal branding.
I consigli per acquisire sicurezza quando si parla in pubblico
Come per ogni traguardo che si vuole raggiungere, la ricetta magica non esiste, ma ci sono alcuni consigli che possono aiutare a migliorare la capacità di parlare in pubblico. La regola numero uno è quella di non pensare al momento in cui si parla davanti ad un pubblico come ad una performance che deve risultare perfetta, ma come a un momento di condivisione delle proprie esperienze. Se si riesce in questo intento, l’angoscia può trasformarsi in opportunità. Passando ai consigli più pratici, serve, sicuramente, provare prima, più volte, i contenuti che si vogliono esporre. Aiuta anche prendere familiarità con il luogo in cui avverrà la presentazione. “Meno è meglio” e quindi sfrondare il discorso dagli argomenti accessori può essere utile, così come rimanere fedeli alla scaletta che ci si è preparati senza divagare. Importantissima è la respirazione. Spesso quando si parla in pubblico, se si è tesi, lo si fa troppo velocemente. Imparare a gestire la respirazione può aiutare anche a diminuire l’ansia.

Per diventare più sicure nel public speaking è possibile iscriversi a uno dei tanti corsi, proposti ad esempio dal Wi-FI dell Camera di Commercio di Bolzano o leggere i tanti libri pubblicati sul tema. Fondamentale però resta la pratica per acquisire una competenza strategica e diventare così finalmente protagoniste.
La curiosità
Si dice che Margaret Thatcher si facesse aiutare da un vocal coach arrivato direttamente dal National Theater e arrivò ad abbassare il proprio tono di voce di 46 hertz. Abbastanza per raggiungere un’impostazione di voce “rispettabile“ secondo i canoni del tempo.

Chicce di cultura

Inshallah a Boy

// Linda Albanese //
© Satine Film
Di Amjad Al Rasheed
Tratto da una storia vera, il film racconta la condizione delle donne islamiche. Il giovane cineasta giordano elabora una vicenda accaduta nella sua famiglia e parte dal dato burocratico per raccontare il destino di una donna combattiva decisa a non cedere al cognato casa e autorità parentale, come vorrebbe la legge. Nawal, una giovane madre e sposa che, rimasta improvvisamente vedova, si ritrova a combattere per il suo diritto all’eredità del marito, cioè conservare la propria casa e tenere con sé la piccola figlia Nora, in una società dove avere un figlio maschio cambia le regole del gioco e sembra essere l’unica tutela.