Convivere con più lingue è una delle caratteristiche salienti dei luoghi di confine. Questo percorso di lettura fa riferimento ai confini in questo senso: sono tanti e diversi i motivi che portano scrittori e scrittici ad adottare un’altra lingua che non sia la propria madre lingua. Ha un genere questa letteratura? Negli anni ‘90 l’avremmo chiamata letteratura della migrazione poiché i primi scrittori migranti raccontavano la propria condizione, spesso con l’aiuto di giornalisti o scrittori italiani. E’ il caso di Mohamed Bouchane con “Chiamatemi Alí”; Pap Khouma con “Io, venditore di elefanti : Una vita per forza tra Dakar, Parigi e Milano”; Salah Methnani con “Immigrato”; Mohsen Melliti con “Pantanella. Canto lungo la strada”; Saidou Moussa Ba con “La promessa di Hamadi” o Shirin Ramzanali Fazel che scriveva direttamente in italiano il suo primo romanzo autobiografico “Lontano da Mogadiscio”. continua