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“Lo faccio anch’io!”

Giornata mondiale contro il cancro: Conferenza stampa e “cubo prevenzione”
Il cubo prevenzione per stimolare le donne ad autocontrollarsi il seno. Da sx.: dott. Norbert Längerer, 
Ida Schacher, dott. Herbert Heidegger e dott. Guido Mazzoleni
Ogni anno il 4 febbraio si celebra la giornata mondiale contro il cancro e l’Assistenza Tumori Alto Adige coglie questa occasione per informare su temi come la prevenzione, la diagnosi precoce e l’assistenza psico-oncologica presentando una serie di dati statistici riguardanti la popolazione dell’Alto Adige nell’ambito di una conferenza stampa. Quest’anno ha presentato il “cubo - prevenzione” per stimolare le donne a eseguire regolarmente l’autopalpazione del seno.
La conferenza stampa organizzata al Centro Pastorale di Bolzano ha catalizzato come sempre l’interesse dei media che hanno approfittato della possibilità di raccogliere informazioni di prima mano su un tema così importante e che, come ogni anno, hanno dato tanto spazio a questo evento. L’informazione è di fatto accanto all’assistenza ai malati uno dei compiti più importanti dell’ATAA nella lotta al cancro.

“La prevenzione e la diagnosi precoce sono da sempre punti cruciali del nostro lavoro come Assistenza Tumori. Tutti possiamo contribuire a ridurre il rischio di ammalarsi di tumore o perlomeno grazie alla diagnosi precoce di riconoscere in tempo il tumore” ha spiegato la presidente Ida Schacher Baur. Quest’anno è stata data massima importanza alla donna e perciò alla diagnosi precoce del tumore al seno. Un “cubo” ideato dall’ATAA con la scritta “Lo faccio anch’io” ha la funzione di ricordare alla donna di effettuare mensilmente l’auto-palpazione del seno. All’interno del cubo che porta le immagini di donne di diverse età, si trovano delle simpatiche illustrazioni guida. Ida Schacher Baur:“ Questo cubo funge da promemoria e da impulso alle donne di ogni fascia di età, che si prendano alcuni minuti al mese da dedicare alla propria salute.”
Tumore al seno in Alto Adige.

Il Dr. Guido Mazzoleni, primario di anatomia patologica ed istologia dell’ospedale di Bolzano ha fornito una panoramica sui dati statistici: con il 30% il tumore al seno è il tumore più comune in Italia tra le donne. A 368 donne altoatesine nel 2015 è stato diagnosticato un tumore al seno, l'incidenza (numero di nuovi casi entro un determinato periodo di tempo) in Alto Adige da anni è stabile e al di sotto della media nazionale. Il rischio di ammalarsi di tumore al seno nelle donne al di sotto degli 85 anni in Alto Adige è del 10,7% mentre nel resto d’Italia è del 12,5%. La probabilità di ammalarsi dipende anche molto dall’età: donne con un’età tra i 50 e 69 anni hanno il più alto rischio di ammalarsi con 1 su 8. Nelle donne fino ai 42 il rischio di ammalarsi è pari al 2,4% - significa 1 su 42.

Va anche detto che oltre l’85% delle donne ha buone possibilità di guarigione, la diagnosi non equivale più ad una condanna di morte.
Prevenzione, terapie e assistenza.
Prima viene diagnosticato, maggiori sono le possibilità di sopravvivenza – ha confermato anche il dott. Herbert Heidegger, primario di ostetricia e ginecologia presso l'ospedale di Merano e direttore del Centro senologico Bressanone – Merano. “Le buone prospettive di guarigione sono dovute alle sempre migliori terapie”, ha sostenuto Heidegger, “ma soprattutto alla combinazione di prevenzione e diagnosi precoce”.

Infatti, non basta fare solo la mammografia. Per ogni donna l’autopalpazione al seno dovrebbe diventare un’abitudine, in modo da poter percepire il più piccolo cambiamento e ricorrere subito a tutti i controlli necessari: l’ecografia, la mammografia ed eventualmente, in presenza di lesioni sospette, anche la biopsia. “Una prevenzione personalizzata e responsabile”, ha ribadito Heidegger, “aumenta la probabilità di diagnosticare un tumore in fase iniziale e di conseguenza salgono le possibilità di guarigione.”

Accanto al gruppo di maggiore rischio, le donne sopra i cinquant’anni, oggi assistiamo ad un nuovo trend, ha spiegato il primario di ginecologia. “C’è un sostanziale aumento di pazienti con tumore al seno di giovane e anche giovanissima età. Donne sotti i quaranta, ma anche ventenni alle quali vengono diagnosticati tumori al seno.” Sono tumori generalmente molto aggressivi a seguito di una predisposizione genetica, il famoso BRCA1. Queste fasce d’età però non fanno parte dei programmi di screening! “Dobbiamo rivedere i programmi per la prevenzione”, ha ribadito Heidegger, “ma nello stesso tempo dobbiamo anche rispettare il diritto delle persone di voler sapere o di non voler sapere.” I test genetici sono anche indicatori della predisposizione a sviluppare un tumore alle ovaie.
Il supporto psicologico.
Una malattia come il tumore catapulta la persona colpita in una situazione di emergenza: infatti deve confrontarsi non solo con tutto ciò che riguarda la diagnosi e le cure ma anche con paura, ansia, incertezza, depressione e senso di impotenza.“Il cancro non colpisce solo l’organismo, anche la mente ne risente, questo vale non solo per l’ammalato ma anche per i suoi familiari, per chi gli sta vicino”, ha spiegato lo psico-oncologo dott. Norbert Längerer del servizio psicologico dell’ospedale di Merano. “Neppure troppi anni orsono sarebbe stato impensabile che uno psicologo partecipasse alle riunioni insieme ai primari .“Mentre oggi si è capito che una collaborazione interdisciplinare tra medici, infermieri, assistenti tecnici e psicologi può aiutare anche ad attivare delle risorse auto-rigeneranti delle pazienti favorendo così il superamento della malattia e alleggerendo il peso emotivo collegato ad essa: un’assistenza psicologica può aiutare la paziente a ritrovare la voglia di vivere e ad accettare la nuova situazione nella quale si trova. Anche per i familiari e gli amici una malattia tumorale è una grande sfida e quindi potrebbero aver bisogno di un sostegno psicologico.

“Tutti quanti sappiamo che non vivremo all’infinito. E di solito ce ne dimentichiamo!” Di fronte ad una diagnosi tutto questo crolla e ci troviamo in preda al panico, così Längerer. Occorre un sostegno psicologico al momento della diagnosi, durante la terapia e anche dopo. “La psico-oncologia aiuta i pazienti a riuscire ad accettare e a vivere con questo caos che la malattia ha comportato.” Ognuno poi reagisce in modo diverso e quindi ha bisogno di una risposta individuale personalizzata. “Il sostegno psico-oncologico aiuta le pazienti con tumore al seno a ritrovare la propria serenità, la voglia di vivere, ad accettare il fisico cambiato e a superare le insicurezze riguardo il partner e la sessualità, a ritrovarsi in sintonia con il proprio fisico.”

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Dolci, sicuri e competenti

Il reparto di Ginecologia e Ostetricia all’ospedale di Merano
Foto: Othmar Seehauser
Dopo Bolzano è il secondo più grande ospedale dell’ Alto Adige. Il reparto di Ginecologia è certificato ISO 9001:2008 ed è qualificato come Centro senologico secondo i criteri della “Deutsche Krebsgesellschaft” con due onco-chirurghi a loro volta certificati: il primario, dott. Herbert Heidegger e il dott. Johann Hübner che si dividono tra gli interventi al seno e all‘addome.
Primario Herbert Heidegger
Il reparto è composto da tre divisioni: ginecologia, ostetricia e sala parto con sala neonati e dispone di diversi ambulatori: visite ginecologiche e controlli in gravidanza, ecografica ginecologica e in gravidanza, densitometria, l’ambulanza del seno, controlli oncologici e l’ambulanza per la displasia e la colposcopia. Tra ginecologia e ostetricia il reparto ha 37 letti.

A Merano nascono 1.300 bambini l’anno (a Bolzano sono 1.600), vengono effettuati all’incirca 1.800 interventi chirurgici e si contano circa 3.000 pazienti ricoverate l'anno. Il reparto vuole essere un punto di riferimento per donne di tutte le età e in tutte le diverse fasi della vita. Punti di forza sono il cosiddetto “parto dolce“ e l’oncologia ginecologica, clinica e chirurgica. “Dolce, sicuro e competente” ecco il motto del reparto. La ginecologia dispone di un proprio tratto operatorio posto quasi a contatto con la sala parto, in modo da non perdere tempo prezioso nei momenti critici.

Presso il reparto di Ginecologia si trova anche la sede meranese del Centro senologico Bressanone – Merano con due ambulatori per le visite senologiche e della cervice uterina. Gli ambulatori a Merano sono dotati di macchinari di ultima generazione per la risonanza magnetica, la mammografia, le ecografie (anche in 3D) e per tutti i tipi di biopsia.

Lo staff medico è di 14 unità, vice-primario è il dott. Giancarlo Favero. I responsabili del coordinamento infermieristico sono Klaus Wohlgemuth (Ginecologia), Waltraud Holzknecht (Ostetricia) e Sabine Anrater (Sala Parto).