Attuale
Quando la gente si dimenticò di Dio …
C’era una volta una piccola città, uguale in tutto a qualsiasi altra città. Con una differenza: che la gente si dimenticava di tutto. I bambini si dimenticavano dei compiti. Il capostazione si dimenticava dei treni. Un padre si era dimenticato persino di togliersi le scarpe prima di coricarsi a letto.
E un giorno la gente si dimenticò anche di Dio. Le porte della chiesa rimanevano chiuse. Le campane non suonavano più. Nessuna pregava.
“Perché non siete venuti a scuola ieri?“, chiese allora il maestro un lunedì. E i bambini si misero a ridere e risposero; “Ieri era domenica e domenica siamo liberi!“ “E perché siete liberi la domenica?“ chiese il maestro e i bambini non sapevano cosa rispondere. Perché avevano dimenticato Dio e quindi ignoravano il senso del riposo domenicale.
Poi arrivò il Natale. “Perché la musica è così dolce?“ chiesero i bambini e “perché ci sono delle candele sull’albero?“ Siccome nessuno si ricordava di Dio, nessuno sapeva che il Natale è anche una festa delle melodie e delle candele. La gente così, la sera di Natale, alzava il volume, metteva stelle filanti colorate sull’albero e organizzava party carnevaleschi nelle strade.
“Togliete quell’ immagine”, gridò ad un certo punto il sindaco. “Chi ha messo un manifesto con l’immagine di un bambino stremato dalla fame nelle strade? Imbruttisce tutta la città. Toglietelo!“ “Ma certo, subito“, rispose il messo municipale. Anche lui si era dimenticato di Dio e non ricordava che il manifesto richiamava tutti alla solidarietà rispetto alla piaga della fame nel mondo, invitando a condividere con chi ha meno di noi. In men che non si dica i manifesti vennero sostituiti con immagini di cioccolato.
Intanto due amici si misero a litigare urlando fino a perder la voce. “Adesso sono senza un amico, tutto solo“, pensò uno dei due all’indomani. Anche lui si era dimenticato di Dio e non sapeva che dopo una lite ci si può riconciliare.
La cittadina divenne sempre più grigia e monotona. La gente invece continuava a litigare e urlare. “È come se avessimo dimenticato qualcosa“, dicevano spesso.
Un giorno arrivò un vento molto forte, spazzava i tetti delle case sibilando e arrivò anche al campanile. Era così forte che di colpo la piccola campana iniziò a muoversi. Tutto ad un tratto la gente si fermò e guardò in direzione del suono. Poi uno esclamò: “Adesso so cosa abbiamo dimenticato! Ci siamo dimenticati di Dio!”
E un giorno la gente si dimenticò anche di Dio. Le porte della chiesa rimanevano chiuse. Le campane non suonavano più. Nessuna pregava.
“Perché non siete venuti a scuola ieri?“, chiese allora il maestro un lunedì. E i bambini si misero a ridere e risposero; “Ieri era domenica e domenica siamo liberi!“ “E perché siete liberi la domenica?“ chiese il maestro e i bambini non sapevano cosa rispondere. Perché avevano dimenticato Dio e quindi ignoravano il senso del riposo domenicale.
Poi arrivò il Natale. “Perché la musica è così dolce?“ chiesero i bambini e “perché ci sono delle candele sull’albero?“ Siccome nessuno si ricordava di Dio, nessuno sapeva che il Natale è anche una festa delle melodie e delle candele. La gente così, la sera di Natale, alzava il volume, metteva stelle filanti colorate sull’albero e organizzava party carnevaleschi nelle strade.
“Togliete quell’ immagine”, gridò ad un certo punto il sindaco. “Chi ha messo un manifesto con l’immagine di un bambino stremato dalla fame nelle strade? Imbruttisce tutta la città. Toglietelo!“ “Ma certo, subito“, rispose il messo municipale. Anche lui si era dimenticato di Dio e non ricordava che il manifesto richiamava tutti alla solidarietà rispetto alla piaga della fame nel mondo, invitando a condividere con chi ha meno di noi. In men che non si dica i manifesti vennero sostituiti con immagini di cioccolato.
Intanto due amici si misero a litigare urlando fino a perder la voce. “Adesso sono senza un amico, tutto solo“, pensò uno dei due all’indomani. Anche lui si era dimenticato di Dio e non sapeva che dopo una lite ci si può riconciliare.
La cittadina divenne sempre più grigia e monotona. La gente invece continuava a litigare e urlare. “È come se avessimo dimenticato qualcosa“, dicevano spesso.
Un giorno arrivò un vento molto forte, spazzava i tetti delle case sibilando e arrivò anche al campanile. Era così forte che di colpo la piccola campana iniziò a muoversi. Tutto ad un tratto la gente si fermò e guardò in direzione del suono. Poi uno esclamò: “Adesso so cosa abbiamo dimenticato! Ci siamo dimenticati di Dio!”
(Dalla raccolta „Friedensweg Kaltern“)