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Serata in rosso

Cena di Gala a Sluderno – Menu gourmet per 150 ospiti
Il palcoscenico è la Casa della Cultura di Sluderno. La scenografia è all’insegna del rosso. Tovaglioli rossi, poltrone rosse e cuscini rossi per l’aperitivo che in versione analcolica è rosso pure lui, nel Gin tonic invece nuota una fragola. Il servizio porta un papillon e un grembiule rosso. Rossa è addirittura la carta igienica. In stile, raffinata, molto elegante e molto rossa, ecco come si presentava il 6 maggio scorso a Sluderno la seconda Cena di Gala di beneficenza.
E continuiamo con l’elenco. Gli addobbi dei tavoli sfoggiano del rosso. Rossi tantissimi vestiti delle signore, o come minimo rossi le scarpe o i gioielli. I loro accompagnatori hanno scelto cravatte, papillon o fazzoletti rossi, gli audaci delle calze o camicie rosse. Il menu è stato davvero sublime, da stella. Rossa per intenderci!!
La prima serata in rosso si è svolta tre anni fa, il remake l’ha ancora superata. E gli ospiti hanno molto apprezzato, non solo il menu, ma tutta l’atmosfera di questa serata particolare, curata nei minimi dettagli. Anche il musicista si è attenuto alla regola del rosso: Robert Hager von Strobele vestito con una giacca rossa ha suonato del jam e dello swing su un tappetino rosso e addirittura le guance delle volontarie che hanno servito ai tavoli erano tinte di rosso, dall’emozione e dalla gioia.
L’idea di questa splendida serata particolare è venuta tre anni fa a Gerti Telser, cuoca responsabile della casa di riposo di Sluderno. La malattia di una collega è stata per lei un momento di riflessione profonda e di gratitudine per l’essere in buona salute e per il fatto di poter lavorare. Da ciò l’idea di un’iniziativa per aiutare chi invece è alle prese con la malattia. Insieme alla direttrice Sibille Tschenett ha sviluppato il concetto della serata, e tutto il team della cucina ha aderito con passione, come anche le volontarie del circondario Val Venosta che si sono occupate sotto la guida di Rebekka Wallnöfer di addobbare la sala e del servizio ai tavoli. L’idea del rosso deriva dal fatto che all’interno della casa di riposo domina il rosso. Sedie e poltroncine provenivano infatti da lì.
Assieme a loro sono stati più di 40 volontari che si sono impegnati per il successo della serata. Al bar un team di professionisti: Helmut, Medea, Tobias, Ingrid, Julia, Heike, Jacqueline, Verena, Marlis, Yasmin, Ferdinand e Ingrid. Nella piccola cucina della casa di cultura l’equipe della cucina della casa di riposo ha creato un menu che davvero avrebbe fatto onore ad un ristorante stellato. Insalata di polpo con bruschettina al pomodoro; ravioli farciti di crema all’erba ursina con burro ai pinoli e striscioline di speck; crema al vino bianco e parmigiano; risotto primavera agli scampi in crosta di parmigiano; sorbetto al limone; filetto di manzo all’ estratto di timo con asparagi di Castelbello e tortino di patate, e per il gran finale un buffet di dessert e formaggi.
I 150 ospiti hanno molto apprezzato, la sala era strapiena e qualcuno è rimasto fuori. La quota a persona era di 90 euro. Al netto delle spese all’Assistenza Tumori sono rimasti 5100 euro.
Tra gli ospiti vari sindaci dei comuni venostani, i parroci di Sluderno e di Lasa, Roland Mair e Paul Schwienbacher, medici di base, farmacisti e tanti altri. Non poteva mancare l’ex vicepresidente del circondario, il Dr. Heinrich Stecher che a nome dell’Assistenza Tumori ha fatto gli onori di casa salutando gli ospiti. E non ha neanche rinunciato a cantare alcune delle sue canzoni da carrettaio. Nel suo intervento si è congratulato con gli organizzatori per la splendida idea, sottolineando l’importanza di aiutare le persone colpito dal destino di una malattia tumorale che si ripercuote gravemente su tutta l’esistenza non solo del malato ma anche dei familiari.
A mezzanotte passata gli ultimi ospiti hanno lasciato la sala.
1) Il servizio bar / 2) Rebekka Wallnöfer e Sibille Tschenett / 3) Dr. Heinrich Stecher con Gerti Telser e Sibille Tschenett, le ideatrici della serata. / 
4) Dr. Heinrich Stecher / 5) Ospiti contenti e una felice Rebekka Wallnöfer (al centro), che ha addobbato la sala insieme ai volontari del circondario Val Venosta.

Attuale

Ai vostri posti, pronti, via

Per la 15esima volta, il 9 giugno scorso, si è tenuta la tradizionale corsa di Dobbiaco.
Quasi 300 i partecipanti, condizioni meteo ideali e organizzazione perfetta: l’anniversario della corsa di beneficenza della Val Pusteria è stato come sempre una festa per tutti. Per i partecipanti, gli spettatori e anche per gli organizzatori, che hanno potuto gioire del fatto che ancora una volta è valsa la pena fare tanti sforzi. Sono stati raccolti 13.660 euro, somma dalla quale occorre ancora togliere le spese.
A Carbonin si sono dati appuntamento alle 15 circa 150 tra podisti e marciatori per la partenza della corsa su un tracciato di 15 chilometri. Ogni partecipante ha ricevuto una maglietta giallo brillante, offerta dal Lions-Club dell’Alta Pusteria - Sillian. Non a caso il via alla corsa è stato dato dalla presidente provinciale Ida Schacher e dal Presidente Lions, Alois Furtschegger. Fino a poco prima della partenza alle 15.06, piovigginava, ma poi è uscito il sole, per poi nascondersi di nuovo gentilmente – almeno secondo me – dopo 40’ dietro alle nuvole, rendendo più piacevole la corsa lungo il fiume in direzione di Dobbiaco. Una discesa dolce di 350m di dislivello che finiva con 145m di in salita.
Partecipo per la seconda volta alla corsa e questa volta ho portato come rinforzi la mia amica Claudia e mio cugino Axel Bry di Parigi, che si dice stupito dalla bellezza del paesaggio ma anche dell’atmosfera particolare della manifestazione. Lungo il percorso i chilometri sono indicati con grande meticolosità, in modo che tutti i corridori possano orientarsi e distribuire bene le proprie energie. A parte gli ultimi tre chilometri che sono su asfalto, il resto del percorso si svolge comunque su sterrato.
Dopo la partenza si formano subito dei gruppetti e quindi si può correre senza essere ostacolati. I quattro punti di ristoro poi si trovano sempre in posizione strategica. Come ogni anno, Gianni Poli ha messo gentilmente a disposizione dell’Assistenza Tumori dell'Alta Pusteria gli snack e le bevande avanzati in occasione della famosa Cortina-Dobbiaco-Run della settimana prima.
Il penultimo ristoro, a circa 3,5 chilometri dal traguardo, viene allestito, come ogni anno, da Martha. Sono piuttosto sorpresa quando scopro che sul suo tavolo, oltre ai bicchieri con bevande energetiche o acqua, pezzi di mela e snack, ci sono anche delle birre e una bottiglia di whiskey… un modo un po’ particolare per ristorarsi durante una corsa, ma che evidentemente viene apprezzato da alcuni partecipanti… io comunque preferisco l’acqua!
Tra i chilometri 8 e 6 corro assieme a Rosalie di San Candido. È la prima volta che partecipa alla corsa e spera di resistere fino alla fine. Rallento un po’ il ritmo per poter correre e chiacchierare con lei. Ha perduto suo marito dodici anni fa a causa della leucemia. Ha dovuto tirare su due figli in età scolare, pagare il mutuo della casa, coniugare lavoro e famiglia. Continuare a vivere e contemporaneamente non dimenticare. Un destino comune a molti soci dell’Assistenza Tumori. Ci salutiamo e continuo la mia corsa a un ritmo un po’ più veloce.
Che strano. Davanti a me non c’è nessuno e anche dietro tra un po’ non vedrò più nessuno. E così sarà fino al traguardo. Al ristoro chiedo se sono l’ultima. No, no, ridono, ne devono passare ancora molti.
Quando inizio la piccola salita dopo il lago, so che ce l’ho quasi fatta. Tra alcuni metri vedrò spuntare il campanile della chiesa di Dobbiaco. È uno stimolo ad aumentare di nuovo un po’ il ritmo. Ma tanto non corro certo per fare un buon tempo, bensì, come tutti gli altri partecipanti, perché sono contenta di esserci e per la buona causa.
Incomincia di nuovo a piovigginare e, dopo lo sforzo della corsa, dà una sensazione di piacevole refrigerio. Passo davanti al parcheggio della scuola media, ancora un piccolo pezzo e poi si svolta a destra, davanti alla chiesa si curva ancora una volta a destra e già si vede il traguardo e sento la voce dello speaker, Benno Moling; vicino a lui riconosco Ida Schacher che mi mette al collo una medaglia fatta di Spitzbuben. Ce l’ho fatta!
Siamo già nel pieno della festa, si sente la musica che proviene dal tendone. Paul, Stefan e Egon ci stanno dando dentro. Si sente un buon profumino di salsiccia e omelette. I soci dell’associazione Luchs e i volontari che servono nel tendone, hanno un sacco da fare. Correre o marciare fa venire fame e sete.
L’unica nuvola nel cielo di Ida Schacher - che stringe radiosa le mani passando di tavolo in tavolo nel tendone per salutare tutti, contesa da chi viene a chiamarla per andare di qua o di là a risolvere qualche piccolo problema organizzativo - è un piccolo incidente: sua figlia Margareth è scivolata su una scala mentre andava a prendere i palloncini destinati ad alzarsi in cielo al termine della corsa dei bambini. Un’ora e mezza dopo Margareth è di nuovo sul piazzale della festa ma con gesso e stampelle: Si è fratturata un pezzettino dalla tibia.
Alla corsa per i più piccoli hanno partecipato 120 bambini, compresa l’intera scuola materna di Dobbiaco. Ida Schacher e la consigliera provinciale Waltraud Deeg hanno corso coi bambini gli 800 metri del percorso. Al traguardo i bambini hanno ricevuto raggianti la loro medaglia e l’hanno subito addentata.
Le medaglie degli adulti erano contrassegnate con un numero. E infatti dopo le 19 nel tendone sale la tensione, tutti aspettano la lotteria. Ma prima il sindaco di Dobbiaco, Guido Bocher, premia i migliori qualificati. Tra le donne sono: Julia Khuen, Karin Burgmann e Thea Schwingshackl; tra gli uomini: Lukas Walder, Patrick Klettenhammer e Martin Steiner. Ognuno di loro riceve in premio una torta. Non è invece stato possibile stabilire chi siano stati i tre migliori marciatori e quindi lo speaker Benno Moling propone di tirare a sorte le torte a loro destinate insieme agli altri premi messi a disposizione dagli sponsor: due skipass stagionali e due giornalieri per gli impianti sciistici di Dobbiaco. La prima torta va a Thea Schwingshackl, ma lei decide di metterla all’asta. Quota di partenza 200 euro e qui Benno Moling scopre di avere un altro talento: quello del battitore d’asta. Guido Bocher si aggiudica con 210 euro la torta più cara della valle e la regala a Leon, un piccolo paziente che è diventato la mascotte dell’Assistenza Tumori dell’Alta val Pusteria. Viene messo all’asta anche uno skipass giornaliero che Christian Pircher, il presidente dello skicenter Rienza Dobbiaco, si aggiudica per 300 euro.
La corsa di beneficenza è nata grazie ad una scommessa: Peppo e Christoph Trenker hanno scommesso 15 anni fa chi arrivava primo correndo da Prato Cimabanche (Gemärk) a Dobbiaco. Chi perdeva avrebbe dovuto dare una certa somma all’Assistenza Tumori. Allora i chilometri erano 18. Poi l’idea ha preso piede e i corridori sono aumentati di anno in anno.
Alla fine la presidente Ida Schacher ha ringraziato di cuore tutti i partecipanti e gli sponsor. Lo speaker Moling ha dovuto leggere una lunga lista di nomi. E la festa è continuata…
Foto a sinistra e in mezzo: Ida Schacher con il presidente dell'associazione "Luchs", Hansjörg Mittich e con Leon / Foto a destra: Benno Moling, un bravissimo battitore d'asta.
I partecipanti della corsa di beneficenza, 15 km di distanza per i grandi e 800 m per i piccoli