Attuale
A colpi di pagaia contro il tumore al seno
Weekend di Dragon Boat a Venezia per le donne della terapia del movimento.
Lo scorso aprile Venezia è stata teatro di un allenamento molto speciale per le donne della Terapia del movimento del Centro Senologico di Merano e della Clinica Bonvicini di Bolzano: un weekend di avvicinamento al Dragon Boat con training in palestra e in barca nella laguna di Venezia. Ce lo racconta Valentina Vecellio.
Sotto la guida della coordinatrice Valentina Vecellio, terapista dello sport certificata in oncologia clinica, venti donne reduci da tumore al seno si sono cimentate per la prima volta in uno sport particolarmente indicato per la riabilitazione funzionale della regione scapolo-omerale, interessata dai trattamenti chirurgici e radiologici della malattia tumorale. Fu il medico dello sport canadese Don McKenzie a diffonderne la pratica nel 1996 con un progetto pilota di 24 Pink Ladies ("Donne in rosa"), dopo che la ricerca scientifica aveva confermato gli effetti positivi contro i linfedemi e le aderenze connettivali.
I dragon boat risalgono alla tradizione canottiera proveniente dalla Cina e il loro utilizzo da parte dei pescatori locali, è documentato già nel 500 a.C. per invocare la benevolenza dei fiumi (e quindi domare con successo il loro "drago") Si tratta di barche dalla forma stilizzata di un drago, con equipaggi da dieci a venti persone, accompagnati da un timoniere e da un tamburino che dà il ritmo di voga.
Dopo tre giorni di immersione totale nella disciplina in palestra e sull'acqua, le venti "Pink Ladies" altoatesine hanno avuto l'onore, sotto le direttive del "capitano" Andrea Bedin, presidente della Venice Canoe e Dragon Boat a.s.d., di solcare il Canal Grande alla stregua dei gondolieri! Magnifici i passaggi sotto gli antichi ponti e ancor più strepitose le acclamazioni in onore delle vogatrici da parte dei numerosissimi turisti e veneziani che le incitavano nel loro incedere elegante, mentre al passaggio sotto i ponti usanza vuole che le vogatrici alzino il remo in posizione di saluto.
I dragon boat risalgono alla tradizione canottiera proveniente dalla Cina e il loro utilizzo da parte dei pescatori locali, è documentato già nel 500 a.C. per invocare la benevolenza dei fiumi (e quindi domare con successo il loro "drago") Si tratta di barche dalla forma stilizzata di un drago, con equipaggi da dieci a venti persone, accompagnati da un timoniere e da un tamburino che dà il ritmo di voga.
Dopo tre giorni di immersione totale nella disciplina in palestra e sull'acqua, le venti "Pink Ladies" altoatesine hanno avuto l'onore, sotto le direttive del "capitano" Andrea Bedin, presidente della Venice Canoe e Dragon Boat a.s.d., di solcare il Canal Grande alla stregua dei gondolieri! Magnifici i passaggi sotto gli antichi ponti e ancor più strepitose le acclamazioni in onore delle vogatrici da parte dei numerosissimi turisti e veneziani che le incitavano nel loro incedere elegante, mentre al passaggio sotto i ponti usanza vuole che le vogatrici alzino il remo in posizione di saluto.
È stato un viaggio nella Venezia delle emozioni, in quella più autentica dei panni stesi al sole, all'insegna del team building e della conoscenza personale. Sì, perché il Dragon Boat è anche riabilitazione della mente e dello spirito, un percorso completo in cui pagaiare infonde il senso di un percorso condiviso, in cui cresce l'autostima, la fiducia nel futuro, l'andare avanti tutte, nonostante tutto, "sulla stessa barca".
Valeria Paolini è stata di supporto e testimonial del team delle Pink Ladies di Bolzano. Nata alle porte di Venezia, a Mestre, dopo la diagnosi di tumore ha conosciuto il dragon boat. Grazie a questo esercizio non ha soltanto migliorato la sua condizione fisica ma è riuscita anche a vincere la depressione e nel 2016 è stata selezionata per i mondiali a Mosca.
L'allenamento comprende l'apprendimento delle manovre di base sull'imbarcazione, il posizionamento delle capovoga (le due pagaiatrici di riferimento per barca corta o lunga), l'apprendimento dei segnali e dei diversi tipi di ritmo, i colpi di voga con comando vocale o, semplicemente, intuitivo, quando si arriva a pagaiare all'unisono. È stato questo il momento più bello delle donne della Terapia del movimento: venti pagaie che fendevano l'acqua come fossero una sola, la barca a solcare l'acqua che scorreva leggera sotto la chiglia…"Avete una condizione fisica impressionante, qualche allenamento in più e potreste partecipare alla Voga Longa del prossimo anno a Venezia!", questo il complimento dell'esperto timoniere alle donne della Terapia del movimento, che vuol dire anche dimostrarsi forti e preparate oltre le aspettative, dopo un anno o più di frequentazione di piscina e palestre sotto gli occhi vigili della loro coach Valentina. È stata proprio lei a volere fortemente questo evento: dopo diverse rincorse e molte ricerche per consentire la partecipazione di tutte le sue donne a quest'avventura sportiva, l'Assistenza Tumori Alto Adige le ha aperto le porte, garantendo il generoso finanziamento dei costi dell'intero evento, mentre le pazienti hanno provveduto alla copertura delle spese di trasporto, vitto e alloggio.
Ora le donne della terapia del movimento non hanno solo trovato nuovi stimoli e confidenza nelle loro capacità, ma sono state anche inserite nella rete di 200 gruppi dragon boat di 26 paesi. E, chissà, forse a colpi di pagaia si arriverà a Venezia anche il prossimo anno.
Valeria Paolini è stata di supporto e testimonial del team delle Pink Ladies di Bolzano. Nata alle porte di Venezia, a Mestre, dopo la diagnosi di tumore ha conosciuto il dragon boat. Grazie a questo esercizio non ha soltanto migliorato la sua condizione fisica ma è riuscita anche a vincere la depressione e nel 2016 è stata selezionata per i mondiali a Mosca.
L'allenamento comprende l'apprendimento delle manovre di base sull'imbarcazione, il posizionamento delle capovoga (le due pagaiatrici di riferimento per barca corta o lunga), l'apprendimento dei segnali e dei diversi tipi di ritmo, i colpi di voga con comando vocale o, semplicemente, intuitivo, quando si arriva a pagaiare all'unisono. È stato questo il momento più bello delle donne della Terapia del movimento: venti pagaie che fendevano l'acqua come fossero una sola, la barca a solcare l'acqua che scorreva leggera sotto la chiglia…"Avete una condizione fisica impressionante, qualche allenamento in più e potreste partecipare alla Voga Longa del prossimo anno a Venezia!", questo il complimento dell'esperto timoniere alle donne della Terapia del movimento, che vuol dire anche dimostrarsi forti e preparate oltre le aspettative, dopo un anno o più di frequentazione di piscina e palestre sotto gli occhi vigili della loro coach Valentina. È stata proprio lei a volere fortemente questo evento: dopo diverse rincorse e molte ricerche per consentire la partecipazione di tutte le sue donne a quest'avventura sportiva, l'Assistenza Tumori Alto Adige le ha aperto le porte, garantendo il generoso finanziamento dei costi dell'intero evento, mentre le pazienti hanno provveduto alla copertura delle spese di trasporto, vitto e alloggio.
Ora le donne della terapia del movimento non hanno solo trovato nuovi stimoli e confidenza nelle loro capacità, ma sono state anche inserite nella rete di 200 gruppi dragon boat di 26 paesi. E, chissà, forse a colpi di pagaia si arriverà a Venezia anche il prossimo anno.
Le pink ladies di Bolzano, fiere della loro impresa con i loro coach e con la testimonial Valeria Paolin
Sinistra: Ognuna al suo posto / Destra: Andrea Bedin con Valentina Vecellio