Attuale
La qualità è ciò che conta!
Serata informativa a Merano: Cancro e nutrizione –Novità su diagnostica e terapia
Le influenze delle nostre abitudini alimentari sul decorso della malattia tumorale e una panoramica delle ultime scoperte nella diagnostica e nella terapia del tumore al seno a novembre sono state al centro di una serata informativa all’ospedale di Merano. Relatori la Dr.ssa Cristina Tomasi, internista con ambulatorio a Bolzano e il Dr. Herbert Heidegger, primario di Ginecologia a Merano e direttore del Centro senologico di Bressanone e Merano.
L'uomo è ciò che mangia… CristinaTomasi è una specialista in medicina interna. Dopo vent’anni come medico ospedaliero al San Maurizio, otto anni fa ha aperto uno studio medico per dedicarsi anche a forme di medicina alternativa. Nel 2006 lei stessa è stata una paziente oncologica.
Nel suo discorso sull’ alimentazione nei pazienti tumorali, ha accennato a varie diete che attualmente vengono discusse in relazione al cancro. Bisogna però aggiungere che per la maggior parte di queste non esistono ancora studi clinici e che in ogni caso un malato di cancro dovrebbe sempre consultare il suo oncologo e un dietologo.
La cosa più importante, quando si tratta di nutrizione è la qualità del cibo – e questo non solo quando si è malati. “Bisogna far la spesa con il cervello ben acceso! Nel carrellino della spesa dovrebbero entrare solo prodotti freschi e naturali senza additivi artificiali e senza conservanti, coloranti o troppi zuccheri”, ha ammonito la Dr.ssa Tomasi. “Gli alimenti di provenienza regionale sono assolutamente preferibili ai prodotti delle multinazionali alimentari.” Invece di yogurt alla frutta, bisogna mangiare dello yogurt naturale con frutta fresca. Non dovrebbero mancare nel menu né le carni proveniente da allevamenti certificati, così come il pesce, specie quello azzurro come lo sgombro, oppure le aringhe o il salmone, che sono considerati particolarmente preziosi dal punto di vista nutrizionale per il loro contenuto di acidi grassi omega-3 e vitamina D.
L'olio di oliva spremuto a freddo è un vero toccasana, mentre olio di mais, di semi e di girasole sono sconsigliati. L'olio di lino, l'olio di sesamo e l'olio di zucca invece devono essere consumati solo freddi e conservati in frigorifero per non più di sei mesi!
Nel suo discorso sull’ alimentazione nei pazienti tumorali, ha accennato a varie diete che attualmente vengono discusse in relazione al cancro. Bisogna però aggiungere che per la maggior parte di queste non esistono ancora studi clinici e che in ogni caso un malato di cancro dovrebbe sempre consultare il suo oncologo e un dietologo.
La cosa più importante, quando si tratta di nutrizione è la qualità del cibo – e questo non solo quando si è malati. “Bisogna far la spesa con il cervello ben acceso! Nel carrellino della spesa dovrebbero entrare solo prodotti freschi e naturali senza additivi artificiali e senza conservanti, coloranti o troppi zuccheri”, ha ammonito la Dr.ssa Tomasi. “Gli alimenti di provenienza regionale sono assolutamente preferibili ai prodotti delle multinazionali alimentari.” Invece di yogurt alla frutta, bisogna mangiare dello yogurt naturale con frutta fresca. Non dovrebbero mancare nel menu né le carni proveniente da allevamenti certificati, così come il pesce, specie quello azzurro come lo sgombro, oppure le aringhe o il salmone, che sono considerati particolarmente preziosi dal punto di vista nutrizionale per il loro contenuto di acidi grassi omega-3 e vitamina D.
L'olio di oliva spremuto a freddo è un vero toccasana, mentre olio di mais, di semi e di girasole sono sconsigliati. L'olio di lino, l'olio di sesamo e l'olio di zucca invece devono essere consumati solo freddi e conservati in frigorifero per non più di sei mesi!
Il primario di Ginecologia e direttore del Centro Senologico Dr. Herbert Heidegger con la Dr.ssa Cristina Tomasi, internista
Secondo la Dr.ssa Tomasi bisogna sempre diffidare degli alimenti troppo a buon mercato. “Sotto un certo prezzo è impossibile produrre cibo in modo sostenibile e naturale.” Da evitare anche tutto quello che è indicato come light, gli alimenti geneticamente modificati così come anche i fritti, se non sono di provenienza casalinga o di qualità. Consigli del resto che non valgono solo per i malati di cancro ma per tutti. Tomasi ha consigliato ai pazienti di tenere un diario alimentare per rendersi conto di ciò che effettivamente consumano giorno dopo giorno. Altrettanto importante è anche prestare attenzione al buon funzionamento dell’intestino. L'internista ha invitato il pubblico a consumare meno carboidrati, in quanto ricchi di zuccheri. Quindi meno pane, brioche, cracker e pasta e più alimenti ricchi di proteine. “Per me è sempre una buona regola ricordare cosa mangiavano i nostri nonni. Di certo non dello yogurt di soia o del latte di riso, ma piuttosto le verdure fresche di stagione!” Nel consumare la frutta invece bisogna sempre tenere conto che contiene tanti zuccheri.
Una dieta ultimamente molto discussa in relazione alla prevenzione e alla terapia del cancro è la dieta chetogenica. Prevede una drastica riduzione del consumo di zuccheri e quindi anche di carboidrati ed è molto ricca di grassi. Questo perché le cellule cancerogene, come del resto tutte le cellule, si nutrono di zucchero. Tuttavia, il Centro Tedesco di Ricerca sul cancro di Heidelberg sottolinea in questo contesto come fino ad oggi non esistano studi scientifici che dimostrino una relazione tra un'alimentazione a basso contenuto di zucchero e la crescita tumorale.
Uno dei maggiori problemi associati al cancro è la perdita di tessuto muscolare, la cosiddetta cachessia. Una dieta equilibrata, varia e appetitosa può aiutare a contrastare questo fenomeno.
Anche il sonno è un fattore importante, ha sottolineato Tomasi. “Si dovrebbe rispettare il proprio orologio biologico. Per un sonno sano e indisturbato sarebbe indispensabile stare al buio e togliere dalla camera da letto tutti i dispositivi elettronici, compresi i cellulari. La ricchezza è molto. La soddisfazione è di più. La salute è tutto.” Con questo messaggio la Dr.ssa Tomasi ha chiuso la sua presentazione.
Il Dr. Herbert Heidegger, primario di Ginecologia a Merano e direttore del Centro Senologico di Bressanone-Merano, ha parlato invece di “Nuovi Percorsi e Nuova Speranza” nella diagnostica e nella terapia del tumore al seno. “Una persona su due sviluppa un cancro nel corso della sua vita. Una donna su otto in Europa si ammala di cancro al seno e una su 70 di cancro alle ovaie. Ma il cancro è in realtà una malattia della vecchiaia e la mortalità è in calo da anni”, ha sottolineato Heidegger. “Nel mio reparto, il tasso di sopravvivenza dopo cinque anni è dell'87%! Tuttavia ci sono sempre più donne giovani, anche attorno ai trent’anni che si ammalano di tumore al seno.” Ecco perché dobbiamo ripensare il modo di fare prevenzione e gli screening. Partire dopo i cinquant’anni è troppo tardi!”
Una diagnosi precoce è il miglior presupposto per vincere il cancro. “E lo stesso in Alto Adige la prevenzione resta ancora impopolare nonostante tutti gli appelli! Solo il 55% delle donne approfitta dell’'invito per la mammografia.” La diagnosi precoce e orientata al rischio individuale è indispensabile.
“Grazie a moderne attrezzature come la tomografia assiale computerizzata, la PET CT e la risonanza magnetica, oggi si è in grado di individuare un tumore già alla sua insorgenza. Un cancro diagnosticato precocemente, che non si èancora diffuso, nella maggior parte dei casi è curabile.” Se sono presenti metastasi invece, il cancro diventa una malattia cronica come il diabete o l'ipertensione.
Chemioterapia e radioterapia, ha continuato Heidegger, sono sempre più supportate, se non in parte sostituite, da terapie con anticorpi monoclonali, terapia ormonale e da farmaci anti-angiogenetici che bloccano l'apporto di sangue al tumore. “Oggi siamo in grado sempre più di tracciare l’identikit di ogni singolo tumore e di curarlo di conseguenza. Trovare la terapia individuale per ogni singola paziente.” Nella terapia è importante richiamarsi anche alla competenza della paziente, fidandosi del suo intuito. Alimentazione sana, controllo del peso, attività sportiva… ci sono molte cose con cui le pazienti possono contribuire attivamente al loro processo di guarigione.
Il 70% dei tumori dipende dallo stile di vita, circa il 30% da difetti genetici, tra cui BRCA1 e BRCA2. In questo contesto, il tema della mastectomia profilattica e dell'asportazione profilattica delle ovaie sta diventando sempre più attuale. Heidegger: “Qualunque sia la decisione, ci vuole coraggio. Significa tener conto del rischio su base individuale.” Il futuro della terapia oncologica sta sempre di più in un approccio interdisciplinare incentrato sulla qualità della vita e sul suo allungamento.
Al termine dell'evento il pubblico è stato invitato a porre delle domande ai relatori.
Una dieta ultimamente molto discussa in relazione alla prevenzione e alla terapia del cancro è la dieta chetogenica. Prevede una drastica riduzione del consumo di zuccheri e quindi anche di carboidrati ed è molto ricca di grassi. Questo perché le cellule cancerogene, come del resto tutte le cellule, si nutrono di zucchero. Tuttavia, il Centro Tedesco di Ricerca sul cancro di Heidelberg sottolinea in questo contesto come fino ad oggi non esistano studi scientifici che dimostrino una relazione tra un'alimentazione a basso contenuto di zucchero e la crescita tumorale.
Uno dei maggiori problemi associati al cancro è la perdita di tessuto muscolare, la cosiddetta cachessia. Una dieta equilibrata, varia e appetitosa può aiutare a contrastare questo fenomeno.
Anche il sonno è un fattore importante, ha sottolineato Tomasi. “Si dovrebbe rispettare il proprio orologio biologico. Per un sonno sano e indisturbato sarebbe indispensabile stare al buio e togliere dalla camera da letto tutti i dispositivi elettronici, compresi i cellulari. La ricchezza è molto. La soddisfazione è di più. La salute è tutto.” Con questo messaggio la Dr.ssa Tomasi ha chiuso la sua presentazione.
Il Dr. Herbert Heidegger, primario di Ginecologia a Merano e direttore del Centro Senologico di Bressanone-Merano, ha parlato invece di “Nuovi Percorsi e Nuova Speranza” nella diagnostica e nella terapia del tumore al seno. “Una persona su due sviluppa un cancro nel corso della sua vita. Una donna su otto in Europa si ammala di cancro al seno e una su 70 di cancro alle ovaie. Ma il cancro è in realtà una malattia della vecchiaia e la mortalità è in calo da anni”, ha sottolineato Heidegger. “Nel mio reparto, il tasso di sopravvivenza dopo cinque anni è dell'87%! Tuttavia ci sono sempre più donne giovani, anche attorno ai trent’anni che si ammalano di tumore al seno.” Ecco perché dobbiamo ripensare il modo di fare prevenzione e gli screening. Partire dopo i cinquant’anni è troppo tardi!”
Una diagnosi precoce è il miglior presupposto per vincere il cancro. “E lo stesso in Alto Adige la prevenzione resta ancora impopolare nonostante tutti gli appelli! Solo il 55% delle donne approfitta dell’'invito per la mammografia.” La diagnosi precoce e orientata al rischio individuale è indispensabile.
“Grazie a moderne attrezzature come la tomografia assiale computerizzata, la PET CT e la risonanza magnetica, oggi si è in grado di individuare un tumore già alla sua insorgenza. Un cancro diagnosticato precocemente, che non si èancora diffuso, nella maggior parte dei casi è curabile.” Se sono presenti metastasi invece, il cancro diventa una malattia cronica come il diabete o l'ipertensione.
Chemioterapia e radioterapia, ha continuato Heidegger, sono sempre più supportate, se non in parte sostituite, da terapie con anticorpi monoclonali, terapia ormonale e da farmaci anti-angiogenetici che bloccano l'apporto di sangue al tumore. “Oggi siamo in grado sempre più di tracciare l’identikit di ogni singolo tumore e di curarlo di conseguenza. Trovare la terapia individuale per ogni singola paziente.” Nella terapia è importante richiamarsi anche alla competenza della paziente, fidandosi del suo intuito. Alimentazione sana, controllo del peso, attività sportiva… ci sono molte cose con cui le pazienti possono contribuire attivamente al loro processo di guarigione.
Il 70% dei tumori dipende dallo stile di vita, circa il 30% da difetti genetici, tra cui BRCA1 e BRCA2. In questo contesto, il tema della mastectomia profilattica e dell'asportazione profilattica delle ovaie sta diventando sempre più attuale. Heidegger: “Qualunque sia la decisione, ci vuole coraggio. Significa tener conto del rischio su base individuale.” Il futuro della terapia oncologica sta sempre di più in un approccio interdisciplinare incentrato sulla qualità della vita e sul suo allungamento.
Al termine dell'evento il pubblico è stato invitato a porre delle domande ai relatori.