Attuale
Siamo sempre stati a disposizione…
…come lo siamo anche adesso! Dr. Gilbert Spizzo, direttore dell'Ambulatorio Oncologico di Bressanone
La tanto temuta seconda ondata della pandemia di Covid 19 si è effettivamente verificata e ha colpito l'Alto Adige in modo particolarmente duro, più grave che in primavera. I pazienti affetti da tumore sono considerati tra le categorie più esposte al rischio di infezione da Coronavirus. Abbiamo parlato con il dottor Gilbert Spizzo, direttore medico dell'Ambulatorio Oncologico dell'Ospedale di Bressanone. Durante la prima ondata della pandemia di Covid-19 nella primavera del 2020, nessun paziente oncologico del suo reparto si è ammalato di Coronavirus.
In estate è stato possibile riprendere fiato, in autunno il Coronavirus è tornato. Più forte di prima...
Dr. Gilbert Spizzo: Siamo riusciti a organizzarci bene e rapidamente già in primavera e questo vale anche per la seconda fase. La disciplina, la distanza e l'estrema cautela quando si tratta di igiene sono comunque sempre di routine in oncologia. Abbiamo immediatamente riattivato strutture come il nostro front office, una specie di sbarramento all'ingresso del reparto e l’ascensore riservato ai soli nostri pazienti.
Quanti pazienti potete accettare al giorno? È possibile effettuare tutte le terapie e tutti gli esami necessari e in scadenza nei tempi previsti?
Dr. Gilbert Spizzo: In primavera ci sono stati solo ritardi nelle terapie non essenziali. E, in certe situazioni, siamo stati in grado di estendere gli intervalli di controllo...
Che significa?
Dr. Gilbert Spizzo: Nel reparto trattiamo una media di venti pazienti al giorno. Cento a settimana. Con le terapie orali, ad esempio, se i pazienti sono rimasti stabili per lungo tempo, i controlli possono essere effettuati ogni due mesi invece che ogni mese. Abbiamo potuto effettuare molti controlli telefonici tra un appuntamento e l'altro. Naturalmente all'inizio di ottobre eravamo molto preoccupati per il ritorno del virus. Non ce lo aspettavamo con questa forza, almeno qui in Alto Adige. Ma devo dire che i nostri pazienti l'hanno presa bene e l'hanno gestita e la stanno ancora gestendo altrettanto bene.
Vede una differenza rispetto alla prima ondata di infezione?
Dr. Gilbert Spizzo: Sì. Durante la prima fase di Covid i nostri pazienti avevano molto più paura di venire in reparto di quanta ne abbiano ora. Abbiamo sempre mantenuto i contatti, almeno per telefono. Siamo sempre stati a disposizione come lo siamo adesso! Quello che mi preoccupa è il messaggio che arriva con il Covid.
In che senso?
Dr. Gilbert Spizzo: Sono preoccupato per la gestione a tratti sconsiderata di questa malattia. Il rischio di infezione da Coronavirus è più pericoloso per alcune categorie di persone rispetto ad altre. Questo è vero. Ma in questo ambito vedo anche un rischio di classificazione e discriminazione. Trovo molto discutibile voler stabilire criteri per chi ha diritto alle cure e accesso alle cure intensive e chi no. Come se gli anziani, le persone con comorbilità e le persone con il cancro, non dovessero essere ammessi alla terapia intensiva... Questo ragionamento è inaccettabile! Voglio anche sottolineare l'importanza delle vaccinazioni per la nostra società. Consigliamo le vaccinazioni antinfluenzali a tutti i nostri pazienti quasi senza eccezioni. Questo rende anche più facile diagnosticare un'infezione da Covid.
Questo concetto vale anche per il vaccino anti Covid quando sarà disponibile?
Dr. Gilbert Spizzo: Mi piacerebbe, invece pare che dobbiamo astenerci dal farlo, almeno per il momento, perché questo particolare gruppo di pazienti non è stato incluso negli studi preliminari. Tuttavia è sempre vero che in pazienti particolarmente fragili o immuno-depressi che non possono essere vaccinati, è tanto più importante che l'ambiente intorno sia vaccinato. Personalmente considero la vaccinazione come un allenamento per il mio sistema immunitario. Io stesso sono vaccinato contro tutto - anche per proteggere i miei pazienti!
Avrebbe mai immaginato una tale pandemia?
Dr. Gilbert Spizzo: No, non proprio. E anche adesso io, e con me tutti i collaboratori del reparto, ci stiamo ancora chiedendo come sia possibile che il Coronavirus si sia diffuso nuovamente e con tale rapidità durante la seconda ondata. Che fosse tutto finito con la prima ondata era in effetti un pio desiderio, nonché un errore. Così come il fatto che tutta la popolazione avrebbe continuato a stare attenta e ad evitare contatti ravvicinati. Sono tanti i fattori che si sono sommati. Anche il decorso più grave della malattia, questo gran numero di persone asintomatiche e lo stesso altamente contagiose, nonché una certa, non so come definirla, incoscienza, sconsiderazione...
Era necessario un secondo lockdown?
Dr. Gilbert Spizzo: Assolutamente. Il governo ha aspettato a lungo affidandosi al senso di responsabilità della popolazione, ma ad un certo punto non c'è stata alternativa. Adesso speriamo che con la relativa riapertura prima di Natale tutti gli sforzi non vengano vanificati.
Cosa è indispensabile anche in questa fase di allentamento?
Dr. Gilbert Spizzo: La disciplina. Bisogna mantenere la distanza di sicurezza, igienizzare e sanificare, portare la mascherina. Bisogna fare attenzione anche in famiglia. Anche un risultato negativo del test è solo un'istantanea non una sicurezza! Mia moglie ed io, lei lavora con i pazienti COVID a Merano, cerchiamo di indossare la mascherina anche a casa, per proteggerci, ma soprattutto per proteggere i nostri pazienti!
E per quanto riguarda gli appuntamenti in reparto? Le misure di sicurezza anti Covid hanno rallentato il ritmo.
Dr. Gilbert Spizzo: Stiamo allungando gli intervalli tra gli esami, ma naturalmente solo dove questo è consentito. Riusciamo ad occuparci di un centinaio di pazienti oncologici ed ematologici la settimana e in tutta sicurezza. Alcuni esami, soprattutto nella fase di follow up, possono tranquillamente essere rimandati. Ma attenzione: noi, in qualità di medici curanti, possiamo proporre ad un paziente di rimandare un appuntamento dopo aver analizzato tutti i dati e dopo essere giunti alla conclusione che uno spostamento è possibile e ragionevole. I pazienti, invece, non dovrebbero decidere autonomamente se rimandare o meno un appuntamento, semplicemente perché hanno paura di venire in reparto.Dr. Gilbert Spizzo