Buono e sano con il dr. Michael Kob

Baba Ganoush

Deliziosa salsa di melanzane del Medio Oriente
Il Baba Ganoush è una salsa leggera e cremosa a base di melanzane arrostite, adatta come spuntino, antipasto o contorno. Le sue origini risalgono al Mediterraneo orientale e al mondo arabo. La combinazione di sapori "terrosi" e di una consistenza cremosa rende questo piatto una vera e propria prelibatezza.
Ingredienti per 2-4 persone
· 1 melanzana (circa 500 g)
· 2 spicchi d'aglio (tritati finemente)
· 3 CT di tahini* (pasta di sesamo)
· 2 CT di succo di limone
· 1½ ct di sale
· 1 pizzico di pepe
· cumino macinato (facoltativo)
· olio d'oliva
· prezzemolo o menta per guarnire
· peperoncino in fiocchi (facoltativo)
Preparazione


Preriscaldare il forno a 200° C.

Bucherellare le melanzane in alcuni punti con una forchetta e infornare per 45–60 minuti in forno fino a quando non saranno morbide (in alternativa, nella friggitrice
ad aria per 15-20 minuti a 200°C). Lasciare raffreddare per 10 minuti, eliminare i gambi
e togliere la buccia.
Schiacciare la polpa morbida delle melanzane con una forchetta fino a ottenere una consistenza omogenea, oppure mescolarla con l'aglio, il tahini, il succo di limone e
le spezie in un frullatore.

Insaporire e condire se necessario. Prima di servire, aggiungere un po' di olio d'oliva
e condire con prezzemolo o menta e fiocchi di peperoncino. Consumare con la Schiacciata o bastoncini di verdure o servire come contorno con riso, fagioli o altri piatti.

Il piatto è: a basso contenuto calorico - privo di colesterolo - a basso contenuto di grassi saturi - senza glutine - senza lattosio - vegetariano - vegano
* La Tahini è una pasta ottenuta dai semi di sesamo macinati. Viene spesso utilizzata nella cucina mediterranea e mediorientale, ha un sapore di nocciola ed è ricca di proteine, fibre, calcio e grassi sani e aggiunge una consistenza cremosa a molti piatti.
La tahini si trova nella maggior parte dei supermercati, nei negozi di alimentari arabi o asiatici e nei negozi di alimenti biologici..

Tema

La verità dietro ai numeri

Intervista con il primario del reparto di Oncologia dell’Ospedale di Bolzano, il dr. Luca Tondulli
Foto: pixabay


“Tumori, negli ultimi 30 anni le diagnosi negli under 50 sono aumentate dell’80%.” Così un titolo de La Repubblica del 6 settembre 2023 che poi prosegue: “Le diagnosi sono passate da poco più di 1,8 milioni nel 1990 a oltre 3,2 milioni nel 2019. … Entro il 2030 i casi di tumore a esordio precoce aumenteranno di un ulteriore 31% …” Nel 2020, in Italia, le nuove diagnosi facendo riferimento a tutte le fasce d’età, sono state 376.000, mentre nel 2023 si stima che fossero 395.000. Cercando in rete si possono trovare le spiegazioni più disparate per questo aumento, più o meno scientifiche. La Chance si è rivolta al primario del più grande reparto di Oncologia altoatesino, quello dell’ospedale di Bolzano, il dr. Luca Tondulli, per cercare di capire meglio cosa significhino questi numeri e come vadano interpretati.

Dr. Tondulli, i casi di tumore tra chi ha meno di 50 anni e non solo, sono in progressivo aumento. Di recente preoccupano voci che parlano di un’ulteriore accelerazione negli ultimi tre anni e di un aumento notevole di malattie tumorali nei soggetti al di sotto dei 50 se non 40 anni, mentre il cancro, generalmente, è considerata una malattia che colpisce soprattutto dopo i 60.


Dottor Luca Tondulli: L’incidenza dei tumori è in progressivo aumento. Senza dubbio. Anche sotto i 50 anni. Possiamo confermare questi numeri anche nel nostro lavoro quotidiano. E le ragioni sono diverse.

C’è chi addossa la colpa al Covid, o meglio, al vaccino anti Covid.


Dottor Luca Tondulli: E chi lo pensa sbaglia! Questo aumento non è assolutamente riconducibile al Covid. In primis perché la malattia tumorale è riconducibile a delle mutazioni genetiche, “all’impazzimento” di certe cellule, per dirla in modo semplice. Sarebbe quindi impossibile vederne le conseguenze già adesso, dopo così poco tempo. Le ragioni vanno cercate invece soprattutto nello stile di vita. Non dimentichiamo che il 40% dei casi di malattie tumorali potrebbe essere evitato. Questo numero è un’enormità! Molte neoplasie infatti sono riconducibili all’abuso di alcool, al fumo, all’obesità e alla sedentarietà. Basterebbe poco! Basterebbe modificare un po' i nostri comportamenti. Poi ci sono anche delle componenti ambientali, nonché l’utilizzo dei lettini solari da parte dei giovani, l’esposizione al sole senza protezione…

Ma ci sono anche altre ragioni?


Dottor Luca Tondulli: Certo. Una è positiva, l’altra purtroppo no. Bisogna innanzitutto tener conto che la diagnostica è molto migliorata negli ultimi 30 anni e che tutta l’oncologia ha avuto poi uno sviluppo incredibile proprio negli ultimi 10 – 15 anni. Dicevo la diagnostica, questo significa che oggi possiamo trovare dei tumori in uno stadio molto precoce, molto prima che diventino sintomatici. La conseguenza è che il numero dei pazienti aumenta. Va ricordato però che diagnosi precoce significa anche maggiori possibilità di curare efficacemente la malattia. Non dimentichiamo, infatti, che oggi in molti casi si può guarire o che la malattia, comunque, si cronicizza. Questo significa che si può vivere con una discreta qualità di vita e a lungo anche con un tumore non risolto.

La ragione negativa invece?


Dottor Luca Tondulli: L’adesione ai programmi di screening è molto inferiore alle aspettative! La percentuale di persone che si sottopongono al programma offerto dal sistema pubblico sanitario è ancora troppo bassa! Per non parlare della partecipazione alla campagna vaccinale HPV. L’Alto Adige a livello nazionale è tra gli ultimi per numero di partecipanti.

Prima di riprendere il tema delle vaccinazioni, torniamo agli screening. Di recente sono stati modificati i parametri d’accesso.


Dottor Luca Tondulli: Giusto. Le donne, per cui erano previste delle mammografie a distanza di due anni tra i 50 e i 65 anni, adesso possono aderire al programma già a partire dai 40. Sta a loro però attivarsi e fissare un appuntamento. Non vengono invitate, come accade invece per le donne tra i 50 e 65 anni e, inoltre, devono pagare il ticket. È stato spostato anche il limite massimo d’età. Il programma di screening mammografico oggi è stato esteso fino a 69 anni.

Questo però non significa che una donna che voglia fare una mammografia dopo i 69 anni non possa farla…


Dottor Luca Tondulli: Certo, sempre su prescrizione del medico curante e pagando il ticket. Bisogna aggiungere che la valutazione se proseguire o meno con lo screening dipende anche dalla familiarità o dalla presenza di mutazioni come BRCA1 e BRCA2.

Esiste anche una sorta di auto-screening…


Dottor Luca Tondulli: Noi invitiamo tutti a imparare a conoscere bene il proprio corpo. Le donne ad auto-palparsi regolarmente il seno, perché anche tra una mammografia e l’altra possono insorgere dei tumori; gli uomini invece ad auto-palparsi i testicoli. Questo vale anche per i giovani, visto che il tumore al testicolo colpisce spesso in giovane età. La cosa positiva è che se trovato in fase precoce, si cura benissimo! Comunque, meglio conosco il mio fisico, più riesco facilmente a notare dei cambiamenti. E, in questo caso, parlarne sempre e per tempo con il proprio medico di base!

Lei diceva che anche nel vostro lavoro quotidiano in reparto si nota uno spostamento dei limiti d’età. Quali sono i tumori che colpiscono di più in giovane età?


Dottor Luca Tondulli: Per quanto riguarda le donne, c’è soprattutto il tumore al seno. Poi c'è al colon-retto, i tumori endometriali, allo stomaco, ai polmoni e molto anche i melanomi, questi ultimi per la troppa leggerezza nell’esporsi ai raggi solari! Senza dimenticare, come abbiamo già detto, il tumore dei testicoli. Nei pazienti giovani vediamo tumori più aggressivi, a rapido sviluppo. Bisogna anche dire che il paziente giovane è ancora meno propenso agli screening, a percepire cambiamenti e a farsi visitare, per cui arriva spesso da noi quando la malattia è già in una fase avanzata.

Immagino che anche per voi medici l’impatto psicologico davanti a pazienti nel fiore degli anni, non sia facile


Dottor Luca Tondulli: Ogni paziente ci coinvolge e per ogni paziente cerchiamo di non essere bravi solo come medici. Dare speranza e sostegno per cercare di alleviare la sofferenza psicologica è parte integrante del nostro lavoro. A questo proposito, va ricordato comunque che mettiamo sempre a disposizione anche l’aiuto onco-psicologico. Certo, di fronte ad un paziente che potrebbe essere nostra moglie/ marito, figlia/o, sorella o fratello è forse ancora più difficile mantenere la “giusta distanza” per poter fare bene il nostro lavoro. Parlo soprattutto di pazienti giovani, per i quali la malattia incide sul percorso di studio, di lavoro, sulla possibilità concreta di mettere su famiglia. Sono percorsi di malattia che hanno un impatto forte sulla vita delle persone ed è soprattutto in questi casi che è richiesto un grande lavoro di conforto.

Per i pazienti che lo desiderano, esiste quindi un accompagnamento psicologico. E per voi? Cioè per il personale medico ed infermieristico?


Dottor Luca Tondulli: No, per noi, cioè qui a Bolzano, non è previsto. Ho lavorato in altre realtà dove venivano offerti incontri frequenti con psicologi. Da noi è una cosa che sicuramente in futuro andrà presa seriamente in considerazione. A volte riusciamo a gestire tutto al meglio, ma altre volte uno accumula, accumula, e alla fine non ce la fa più.

Vorrei tornare ancora sulla questione vaccini. In un certo senso si può dire che, in questo frangente, il Covid ci ha lasciato un’eredità positiva?


Dottor Luca Tondulli: Senza alcun dubbio. Grazie al Covid la ricerca ha beneficiato di una forte accelerazione. Abbiamo avuto in un anno risultati che, nella routine, magari sarebbero arrivati fra una decina d’anni. Proprio perché le ricerche sono state raggruppate. I vaccini del tipo RNA, come il vaccino anti Covid, sono molto promettenti. Non nel senso di vaccino che impedisce lo sviluppo della malattia, ma come trattamento, come facilità di riconoscimento dei tumori. Tutto è ancora in fase sperimentale ma se gli studi procederanno bene contiamo di averne in dotazione già tra pochi anni. Ripeto non in termini di prevenzione, ma come trattamento medico che ottimizza e amplifica il funzionamento delle moderne terapie antitumorali. E vorrei anch’io tornare su un tema: mi rendo conto che è molto più facile farsi coinvolgere da notizie, diciamo “pittoresche”, e che invece le notizie scientifiche importanti possano avere meno appeal perché più complesse e che, dunque, finiscano col passare inosservate. Piuttosto però che puntare il dito contro cause che non esistono, tipo le malattie tumorali nei giovani provocate dai vaccini, sarebbe meglio e anche molto più facile ed efficace fare attenzione al proprio stile di vita. E dunque: niente fumo, una sana e varia alimentazione, povera di zuccheri industriali, movimento a sufficienza, poco alcool e proteggersi dai raggi solari! Basta davvero poco!

La sala della chemioterapia dell'ospedale di Bolzano
Dottor Luca Tondulli
Dal 1° dicembre 2022 primario del Reparto di Oncologia dell’Ospedale di Bolzano, dopo aver lavorato 12 anni alla Clinica Universitaria di Verona come referente per i tumori testa-collo, il melanoma e le neoplasie della cute. Prima ancora un’esperienza professionale al San Raffaele di Milano, fresco di specializzazione all’Humanitas, sempre a Milano.