Appuntamento con l’amica
Barbara è nata in Slovacchia, da 15 anni vive a Bolzano, lavora come cameriera in un ristorante in centro a Bolzano e lì si sente tra amici, anzi accolta come in una famiglia. Dopo aver terminato l’Accademia Alberghiera in Slovacchia è partita a lavorare all’estero. In Svizzera, Italia, Norvegia e Germania. Ad un certo punto ha pensato: “O torno in Slovacchia o mi stabilisco in Italia”. Qui adesso si sente a casa. Vive con il suo compagno, Stefano, e proprio nel periodo in cui nella sua vita è entrata la malattia stavano pensando di mettere su famiglia. Così ha chiesto un appuntamento a Brunico, al Centro per la fertilità. L’idea era quella di preparare tutto per il dopo chemioterapia. Il destino ha deciso diversamente. “Non ha venti giorni da perdere”, le ha spiegato la dottoressa al Centro. Venti giorni, il tempo necessario per fare la cura ormonale necessaria per l’estrazione degli ovuli. Un sogno infranto, un capitolo chiuso.
“Ci occuperemo di noi due”. Stefano, il suo compagno, l’ha consolata. Dall’inizio della terapia, come coppia, sono ancora più uniti di prima. “Ci sono tanti modi di vivere felici insieme,” dice Barbara e la convinzione con cui lo dice non suona fasulla. Barbara non è il tipo di persona che si perde pensando all’ingiustizia di un destino avverso. È abituata a reagire, ad agire. A tentare di cogliere sempre il lato positivo delle cose.
Il primo mese dopo la diagnosi è stato il momento peggiore. E' entrata nel tritacarne di tutti i vari esami da eseguire prima di arrivare a sapere il vero stato delle cose. Quello sì è stato un periodo segnato da dubbi, paure, incertezza sul futuro. Barbara sopporta bene la chemioterapia, a parte la stanchezza del giovedì. Niente nausea. Certo, la prima volta aveva paura. E poi è rimasta sorpresa dall’atmosfera rassicurante del reparto di Oncologia a Bolzano. “Pensavo di stare molto peggio!” Una cosa è stata particolarmente difficile: perdere la sua bellissima, lunga chioma bionda. Quando ha iniziato a perdere capelli, ciuffo dopo ciuffo, si è affidata ad una parrucchiera che le ha tagliato in diverse tappe i suoi lunghi capelli. “È stata bravissima, alla fine sono uscita con un sorriso dal salone con indosso la mia nuova parrucca.”
Senza essere vanitosa, Barbara tiene al suo aspetto. Lasciarsi andare non è nelle sue corde. Ha sempre fatto un po’ di sport per tenersi in forma e lo fa anche adesso da casa con l’aiuto di video dedicati. Un po’ di yoga, un po’ di ginnastica. La malattia le ha fatto apprezzare la meditazione e l’ha portata a rimodulare le sue abitudini alimentari. “Prima non mi prendevo mai tempo per mangiare, ero sempre di fretta. Ho trattato il mio corpo un po’ come se fosse un bidone”, dice ridendo. “Senza una particolare attenzione alla qualità del cibo. Non badavo molto agli ingredienti o alla loro provenienza.” Oggi non solo mangia piano, ma mangio sano, fa la spesa con attenzione e piacere, comprando prodotti bio e regionali. Si prende tempo per cucinare.
A Barbara piace moltissimo leggere e ama fare passeggiate a Bolzano e in montagna. Due attività che l'aiutano anche nel quotidiano della malattia, nella pausa forzata dalla sua vita attiva, un quotidiano difficile da gestire per una donna di appena 40 anni e che dovrebbe essere nel pieno delle forze. Il mare è un’altra grande passione. Quando tutto sarà finito, vorrebbe andare una settimana al mare. E poi tornare subito al lavoro. Il suo lavoro le manca tanto, l’incontro quotidiano con i clienti e con i suoi colleghi-amici.
All’Assistenza Tumori ha trovato un porto sicuro, un valido sostegno. La prima visita all’ufficio del circondario è sfociata in un caldo abbraccio, bagnato dalle lacrime. Ad aprirle la porta la presidente Maria Claudia Bertagnolli, da anni sua cliente al ristorante, e la sorpresa di trovarsi l’una davanti all’altra in questa situazione è stata commovente per entrambe.
E ora come vede il suo futuro? Il viso di Barbara s’illumina: “Prendo la malattia come una chance, uno stimolo a cambiare vita, per amarmi di più o forse, meglio, per iniziare ad amarmi così come sono.” La malattia le ha fatto riconoscere il valore delle relazioni, il forte legame con il compagno, il rapporto familiare con i colleghi, l’amore per la vita. Tutte cose preziose che c’erano anche prima ma che si nascondevano dietro la routine del quotidiano. Barbara sorride: “L’amica mi aiuterà a superare la malattia, ne sono sicura al cento per cento!”
PS: Un mese dopo l’intervista sono con mia figlia a pranzo al ristorante dove lavora Barbara. E con mia grande sorpresa è proprio lei a servirci. La gioia di incontrarsi, un abbraccio e immancabilmente la domanda: ma cosa ci fai qui? Barbara sorride. Il suo chef le ha chiesto se ogni tanto non vuole lavorare due ore il sabato per non stare da sola a casa, per non sentirsi tagliata fuori dalla vita. Una proposta che ha accettato con grandissimo piacere come testimonia anche il suo caloroso sorriso ogni volta che si rivolge ai clienti. (nd)