Attualità

Un Natale diverso?

Natale. Una festa per tutti? Una celebrazione dell'amore? Innanzitutto, è una festa per tutti i cristiani che in questo giorno celebrano la nascita di Gesù Cristo. Ma a prescindere dalla fede, è anche una celebrazione della famiglia. Una festa di ricongiungimento, di gioia, di regali reciproci. Del significato simbolico originario di questo 24 dicembre (che deriva dalla celebrazione pagana del solstizio), caratterizzato da una modesta stalla e da una mangiatoia piena di paglia, oggi non è rimasto molto. Quasi ovunque il Natale è stato travolto dagli eccessi del consumismo. Una specie di sbornia di luci e di rumore. Luci di Natale e cartelloni pubblicitari, vetrine dei negozi colorate di rosso, verde e oro, spesso già dalla fine di ottobre. I più previdenti hanno pianificato da tempo i loro acquisti per i regali di Natale, mentre altri sono vittime della corsa dell’ultimo secondo. Cosa devo comprare per chi? Quanto devo spendere per ogni regalo?
Domande che non hanno più nulla in comune con il significato originario di questa festa. Qual è il messaggio del Natale in un'epoca di guerre senza fine, di fronte a una popolazione civile indifesa, di fronte a persone che hanno perso tutto, di fronte a persone in fuga, davanti a chi ha trovato una fredda tomba in fondo al mare? In un momento in cui la parabola ambientale del nostro pianeta sembra aver preso una traiettoria irreversibile nell’indifferenza di molti, di troppi? Potrebbe essere questo il messaggio di questa nostra festività? Riflettere su ciò che davvero conta, sul senso dello stare insieme. Chiederci chi ha bisogno del nostro sostegno, del nostro aiuto in questo giorno. Nelle immediate vicinanze e anche lontano. Tendere la mano a chi è solo, emarginato. A chi si trova in una situazione di bisogno. A chi è malato e ha bisogno di sostegno, vicinanza umana e calore. Ma chiederci anche: dove e come possiamo prendere posizione, farci coinvolgere, mostrare il nostro impegno?
E il giorno di Natale? Di questi tempi, di fronte a disastri annunciati e drammaticamente reali, è difficile trovare momenti di serena festività. Ne abbiamo bisogno tutti, non solo i bambini, i bisognosi e i malati. Momenti di serenità. Di pausa. Di tradizione. Di luce. Di spensieratezza. Di speranza. Di gioia. Forse questo è il miglior regalo che possiamo farci quest'anno in questo giorno: stare insieme nel calore e nella spensieratezza della famiglia. Un giorno per cercare di fuggire da tutti i drammi quotidiani. Un giorno da dedicare l'uno all'altro. Solo un giorno. Vivere un vero giorno di Natale per poi portare un po' di questo calore e di questa luce nella nostra vita di tutti i giorni. E trasmetterla agli altri. Forse è questo che dobbiamo fare.
Auguro a tutti voi serenità, calore e luce.
Nicole Dominique Steiner

Attualità

Questo non è il Josef che conosco...

Josef Mayr: gradualmente tutto cambiò e divenne grigio nel grigio – diagnosi di meningioma
FOTO: Othmar Seehauser
Ventotto anni, una vita attiva e appagante, sia dal punto di vista professionale che privato. Poi, ad un certo punto, si rompe qualcosa. Spesso malato, apatico, le gioie della vita che sbadiscono, grandi dubbi, il lavoro per lo più solo un peso. Per Josef Mayr un 2022/2023 difficile. Poi, il 10 novembre...
Josef Mayr non si era mai ammalato, ma dalla metà del 2022 passa da un’infezione all’altra. Sinusite. Raffreddori. Febbre. Antibiotici. Quando la sorella Katharina riduce il lavoro per dedicarsi ai preparativi per il suo matrimonio, questo ulteriore fardello si traduce in un carico enorme di stress. Il ventottenne allegro e positivo si eclissa, perde gradualmente il piacere di vivere, lavorare nell'azienda vinicola di famiglia, maso Unterganzner, diventa ogni giorno più faticoso. Si allontana via via dagli amici e persino la musica, che ha avuto un ruolo importante nella sua vita fin dall'infanzia, non lo riempie più come prima. In definitiva: diventa un estraneo a se stesso.
Dopo un forte raffreddore nel marzo del 2023, il suo olfatto, da un giorno all’altro, scompare. Una catastrofe per un mastro cantiniere e produttore di vino! Diverse visite mediche non danno alcun risultato e quando l'otorino gli consigla di cambiare lavoro a causa della persistente perdita dell'olfatto, Josef Mayr sprofonda definitivamente nella depressione. Dubbi su tutto. Ricorda che tutto lo opprimeva. Tanto che quasi annulla il suo matrimonio, previsto nel luglio del 2023. A tenerlo in piedi, invece, sono proprio l’amore e l’incoraggiamento della futura moglie Franka, sempre al suo fianco anche o proprio perché si dice “Questo non è il Josef che conosco.” Ciò che lui interpreta come paura del grande giorno, tuttavia, continua anche dopo la celebrazione del matrimonio. Non riesce più a ritrovare se stesso, a risalire la china. Nonostante tutti i tentativi, non arriva a trovare una via di fuga dal buco nero che sembra inghiottirlo. Sprofonda sempre di più, non si sente più all'altezza degli impegni della sua vita di ogni giorno, e questo nonostante la solidarietà e l’aiuto di tutta la famiglia. Vivere diventa una fatica di Sisifo. L'ultimo giorno della vendemmia, l'8 novembre 2023, è completamente esausto. Il 10 novembre, un venerdì, guardando lo spartito durante le prove della banda, improvvisamente vede doppio. La mattina dopo si presenta al Pronto Soccorso del San Maurizio. E questo è il punto di svolta.
Tutto accade molto rapidamente. Un vortice di eventi. Gli esami iniziali rivelano una pressione eccessiva nel liquido cerebrospinale. Una risonanza computerizzata ne rivela la causa. Il 28enne ha un meningioma, un tumore delle meningi delle dimensioni di una mela. È il tumore che ha causato la perdita dell'olfatto facendo pressione sul prosencefalo, ed è sempre il tumore che ha causato i cambiamenti di umore e che ha portato a un indebolimento del sistema immunitario. Bisogna intervenire chirurgicamente. Subito. L'operazione al cervello è una questione estremamente delicata. Josef Mayr si consulta con la moglie e la famiglia e decide di affidarsi ai medici di Bolzano. Torna in ospedale il sabato sera e viene ricoverato nel reparto di Neurologia. Dice di sì a tutto. Una risonanza magnetica mostra l'esatta posizione del tumore.
Il giovedì successivo, 16 novembre Josef Mayr viene operato dai neurochirurghi Andreas Schwarz e Massimo Tripodi. Riescono a rimuovere la massa di 8,8 x 7,2 cm con un'operazione di otto ore senza lasciare residui e senza danneggiare il cervello. Si tratta di un meningioma atipico: i meningiomi di grado II dell'OMS hanno un potenziale di crescita maggiore e tendono a infiltrarsi nel tessuto circostante. Possono ricrescere, ma a differenza di un tumore maligno, il meningioma non può causare metastasi. Josef Mayr è fortunato. Sebbene il tumore sia già molto grande, non si è ancora infiltrato nel tessuto cerebrale circostante.
“Il primo giorno dopo l'operazione, il mondo mi è apparso improvvisamente a colori, come se tutto ciò che era buio fosse stato rimosso insieme alla pressione nella mia testa”, ricorda Josef. Dopo una settimana è già a casa e dopo altre otto settimane può riprendere lentamente il suo lavoro in cantina, recuperando gradualmente le forze e la gioia di vivere e di fare.
Nel 2025 prenderà il posto di suo padre Josephus alla guida del maso Unterganzner (undicesima generazione), ma già da sei anni è mastro cantiniere e quindi responsabile dell'intera produzione di vino.
Oggi, a distanza di un anno, Josef è tornato ad essere quello di un tempo e anche il suo olfatto si sta rimettendo in carreggiata. Non è ancora perfetto, ma Josef è fiducioso. Oggi può parlare apertamente di questo periodo buio. Ha appena fatto i suoi controlli. È tutto a posto! Due volte all'anno per quattro anni, poi una volta all'anno e infine, dopo dieci anni, niente più controlli. Josef non dimenticherà mai questo episodio. Gli ha mostrato quanto sia preziosa la vita, quanto possa contare sulle persone che gli sono vicine. E: quanto facilmente tutto possa sfuggire di mano. “Il mio atteggiamento nei confronti della vita è cambiato”, sottolinea. “Mi prendo un po' più cura di me stesso”. È anche tornato alla musica. Da marzo ha ripreso a suonare la tromba, nella banda di Dodiciville, nel coro francescano e nella big band. E quando guarda la bella pancia rotonda della moglie Franka, è tutto gratitudine e felicità. A gennaio saranno in tre…