Buono e sano

Habermus estivo con frutti di bosco

Un porridge caldo a base di farro secondo Santa Ildegarda di Bingen, arricchito con frutta fresca estiva per un inizio di giornata leggero e nutriente.
Ingredienti (1 porzione)


· 4 cucchiai di fiocchi di farro (circa 40 g)
· 200 ml di acqua (o latte d'avena o di mandorle)
· ½ cucchiaino di galanga (o zenzero)
· ½ cucchiaino di bertram (o in alternativa cardamomo)
· 1 pizzico di cannella macinata fresca
· 1 cucchiaino di semi di psillio macinati
· 1 cucchiaino di miele o sciroppo d'acero (a piacere)
· 1 mela biologica piccola con buccia, grattugiata o a cubetti
· 50 g di frutti di bosco freschi (ad esempio mirtilli, lamponi, fragole, ribes)
· qualche mandorla o noce tritata (a piacere)
Preparazione


1. Portare a ebollizione l'acqua (o il latte vegetale) in un piccolo pentolino. Aggiungere il farro con le spezie e portare nuovamente a ebollizione,
quindi cuocere a fuoco basso per 3–5 minuti fino a che non si addensa.
2. Togliere dal fuoco e incorporare i semi di psillio, lasciando riposare
qualche minuto.
3. Aggiungere la mela e, se desiderato, dolcificare con miele o sciroppo d'acero.
4. Versare ancora caldo in una ciotola e guarnire con i frutti di bosco freschi.
A piacere, aggiungere qualche mandorla o noce tritata.
5. Servire tiepido.


Questo “Habermus”, secondo Santa Ildegarda di Bingen, è un inizio ideale per la giornata: dolce per lo stomaco perché tiepido, facilmente digeribile e ricco di energia (carboidrati, proteine vegetali, fibre e minerali alcalini). La galanga e il bertram hanno proprietà antinfiammatorie, mentre i semi di psillio favoriscono la digestione. I frutti di bosco freschi sono degli antiossidanti formidabili. Il miele e lo sciroppo d'acero aggiungono una dolcezza delicata a chi lo desidera.

In via del tutto eccezionale in questa edizione non è il dott. Michael Kob a proporre la ricetta.

Tema

La sofferenza legata alla prostata

Il primario Dr. Armin Pycha: tumore alla prostata – buone possibilità di guarigione, ma conseguenze potenzialmente gravi
L’80% degli uomini oltre gli 80 anni presenta un carcinoma prostatico. Non ne muoiono, ma convivono con esso. Il tumore alla prostata è una patologia tipica dell’età avanzata, diagnosticata più frequentemente tra i 60 e i 78 anni. È un tipo di cancro che può lasciare segni profondi nella vita di un uomo. Ne parliamo con il prof. Dr. Armin Pycha, primario del reparto di Urologia dell’Ospedale di Bolzano.
Un uomo su otto si ammala di tumore alla prostata; in Alto Adige si registrano circa 380 nuovi casi all’anno. L’idea è quella di un tumore generalmente ben curabile, anche se l’asportazione chirurgica della prostata può comportare effetti collaterali importanti, molto pesanti da reggere per gli uomini…
Dr. Armin Pycha: Sì, la situazione è simile a quella del tumore al seno. Anche in questo caso, infatti, disponiamo di ottime opzioni terapeutiche. Se uno su otto si ammala, solo uno su 23 muore a causa della malattia, e anche negli stadi avanzati tra la diagnosi e la fase terminale spesso resta ancora molto tempo a disposizione. L’incidenza è stabile, mentre la mortalità è in calo.
Grazie allo screening del PSA?
Dr. Pycha: Prima dell’introduzione del marcatore PSA – PSA significa antigene prostatico specifico, un enzima che serve a fluidificare il liquido seminale – circa il 70% dei carcinomi prostatici veniva diagnosticato quando già era in fase metastatica, dunque avanzata. Oggi questa percentuale si è ridotta al 30%.
Tuttavia lo screening del PSA è anche oggetto di controversie: si parla del rischio di sovra-diagnosi…
Dr. Pycha: È vero. Il valore del PSA può aumentare anche per motivi genetici, infiammazioni, o semplicemente dopo aver fatto sport, un giro in bicicletta o dopo un rapporto sessuale. Si consiglia infatti di astenersi da queste attività uno o due giorni prima dell’esame. In ogni caso, si tratta di un dato che deve sempre essere interpretato e verificato da un esame clinico esperto, va integrato quindi con un’esplorazione digitale rettale. Grazie a questa combinazione di esami oggi identifichiamo più pazienti rispetto al passato, scopriamo carcinomi latenti in una fase precoce che non porterebbero mai alla morte. E riusciamo a prevenire diagnosi in fase avanzata, con metastasi già sviluppate.
Cosa succede dopo un valore PSA elevato e una visita che rileva ingrossamenti o indurimenti?
Dr. Pycha: Ci sono due approcci. Una biopsia guidata con ecografia, dove si prelevano più campioni per l’analisi istologica, oppure una risonanza magnetica che viene classificata secondo il sistema PI-RADS: PI-RADS 1 e 2 sono considerati non preoccupanti, 3 è in dubbio, 4 probabile, 5 altamente probabile. Questi esami – singolarmente o combinati – consentono di formulare un sospetto, valutare la probabilità della presenza del tumore, localizzarlo e definirne l’aggressività biologica. A seconda del risultato si classifica il tumore come a basso, medio o alto rischio.
In caso di basso rischio, si può evitare la terapia e limitarsi al monitoraggio. Ma non è difficile da sopportare a livello psicologico?
Dr. Pycha: In questi casi optiamo per la cosiddetta “sorveglianza attiva” e interveniamo solo se la situazione peggiora. Così si posticipano il più possibile gli effetti negativi della terapia. Tuttavia, circa l’80% degli uomini che iniziano questo percorso decide comunque di operarsi entro un anno: il carico psicologico dell’incertezza è troppo elevato. Tendenzialmente consigliamo l’intervento nei pazienti più giovani e la radioterapia nei pazienti sopra i 70 anni.
Quali sono i rischi o meglio gli effetti collaterali delle terapie?
Dr. Pycha: Dipende. La radioterapia oggi può essere mirata su una superficie molto limitata, con una dose elevata concentrata direttamente sul tumore. L’irradiazione dei tessuti circostanti risulta molto ridotta. Gli effetti collaterali possibili sono una cistite da radiazioni o un’irritazione del retto, sintomi che in genere regrediscono entro tre mesi, ma che possono riapparire anche dopo vent’anni. Tuttavia, dopo i 70 anni questo rischio diventa relativo…
Esistono tecniche chirurgiche diverse?
Dr. Pycha: In caso di rischio intermedio, la prostata viene asportata con le vescicole seminali e parte dei dotti deferenti, cercando di preservare i nervi responsabili dell’erezione. Se invece il tumore è aggressivo, vengono rimossi anche questi nervi e il paziente diventa impotente. Nelle prime settimane dopo l’intervento, in ogni caso tutti i pazienti sono impotenti e spesso anche incontinenti, i nervi come anche la muscolatura pelvica, devono riprendersi e recuperare nel tempo.
La paura della disfunzione erettile e dell’incontinenza è molto diffusa…
Dr. Pycha: Fino al 60% dei pazienti riferisce problemi erettili più o meno gravi, che possono comunque essere trattati farmacologicamente. Durante l’intervento si rimuove anche lo sfintere interno della vescica. Per questo consigliamo già prima dell’operazione un allenamento del pavimento pelvico, guidato dal personale specializzato in stomaterapia. Ma un uomo di 80 anni non è un bodybuilder: l’esito dipende da età, motivazione e condizione fisica! Più il paziente è anziano e il tumore avanzato, maggiore è il rischio di incontinenza, che può andare da lievi perdite fino alla fuoriuscita continua di urina. In ogni caso, accompagniamo i nostri pazienti anche nel post-operatorio, sia per i problemi di incontinenza che per quelli di potenza sessuale.
E tutti accettano questo supporto?
Dr. Pycha: Solo il 70%, e questa cifra continua a sorprendermi. Ma non posso entrare nell’animo maschile. Dialogare e condividere, parlare di cose molto intime - tutto questo non entra di default nel dna del maschio . Fanno più fatica delle donne non solo ad accettare ma anche a nominare e affrontare certi temi. Ma chi ci riesce, chi accetta di mettersi in gioco e affrontare il tabù – mi spingo nel dettaglio, ma è necessario per il bene dei pazienti – può riuscire ad avere una vita sessuale appagante. Anche con un pene non eretto è possibile raggiungere l’orgasmo. È un percorso, lo si può imparare mettendosi in gioco. Prima dell’intervento vige il principio “o tutto o niente”. Dopo, gli uomini imparano a differenziare – come del resto fanno, da sempre, le donne: molto bene – bene – succede qualche cosa. Affrontarlo apertamente, essere pronto ad indagare, “cosa significa per me”, “Cosa ho provato?” “Come mi sento?”
Non ci sono solo i farmaci ma esistono anche altri tipi di ausili, giusto?
Dr. Pycha: Sì, e li mettiamo a disposizione per provarli. Chi si mette in gioco può sperimentare diverse soluzioni, anche a casa, per due settimane. Non solo farmaci: pompe manuali o elettriche, dispositivi per l’allenamento del pavimento pelvico… Le nostre stomaterapiste fanno un lavoro straordinario. In ambulatorio ci sono quattro medici dedicati, un’infermiera con una formazione specifica – Martina Tetter – e anche degli onco-psicologi. E andremo oltre: in autunno apriremo un nuovo ambulatorio dedicato esclusivamente ai pazienti con tumore prostatico nella fase post-operatoria.
Quanti pazienti operate ogni anno? Ha parlato di circa 380 nuove diagnosi in provincia.
Dr. Pycha: A Bolzano operiamo quasi un centinaio di pazienti all’anno, poi ci sono anche Bressanone e Merano. Circa la metà dei casi diagnosticati viene trattata chirurgicamente, un terzo con radioterapia. Nei tumori avanzati si passa a terapie sistemiche: una combinazione di chemioterapia, immunoterapia e terapia ormonale. Oggi si preferisce l’approccio “tutto in uno”, un attacco intensivo, anziché procedere passo per passo.
E le possibilità di guarigione sono buone?
Dr. Pycha: Nei casi diagnosticati precocemente, la probabilità di sopravvivenza a cinque anni supera il 90%! Per questo non posso che invitare tutti gli uomini sopra i 50 anni a controllare regolarmente il valore del PSA. Una diagnosi precoce non solo aumenta notevolmente le chance di guarigione, ma riduce anche il rischio di effetti collaterali. L’Unione Europea sta valutando di inserire il PSA insieme alla risonanza magnetica nelle linee guida oncologiche. Per il resto, valgono le stesse misure preventive degli altri tipi di tumore:
Attività fisica regolare
Mantenimento del peso forma
Moderato consumo di alcol
Niente fumo.