Tema
Definizione
Il movimento Hospice
Il movimento Hospiceè nato alla fine degli anni Sessanta in Gran Bretagna con la fondazione del primo ospizio, il St. Christopher’s Hospice nel 1967, ad opera di Cicely Saunders (1918 – 2005). Infermiera e poi medico, è stata lei a promuovere la diffusione degli Hospice, sottolineando l’importanza delle cure palliative nella medicina moderna e assistendo i malati terminali fino alla fine garantendo loro le migliori condizioni possibili.
Il movimento si è poi sviluppato negli anni Settanta negli USA, dove sono nati vari modelli di assistenza. Iniziatrice è stata l’elvetico-americana Elisabeth Kübler-Ross (1926 – 2004), medico, psichiatra e docente di Medicina Comportamentale. Nei suoi studi si è occupata dell’accompagnamento alla morte e dell’elaborazione del lutto come supporto al moribondo e ai suoi congiunti.
Il movimento Hospice era ed è la risposta ad una società che tende ad emarginare sempre più sia la morte che le problematiche legate ai malati terminali, e che rischia quindi di diventare sempre più disumana.
L’idea di fondo è quella di ricondurre il processo di distacco dalla vita a parte integrante della vita stessa, restituendo quindi centralità alle dinamiche del morire nella coscienza della società civile e rendendo quindi possibile sia ai morenti che ai loro congiunti un fine vita dignitoso.
Il movimento si è poi sviluppato negli anni Settanta negli USA, dove sono nati vari modelli di assistenza. Iniziatrice è stata l’elvetico-americana Elisabeth Kübler-Ross (1926 – 2004), medico, psichiatra e docente di Medicina Comportamentale. Nei suoi studi si è occupata dell’accompagnamento alla morte e dell’elaborazione del lutto come supporto al moribondo e ai suoi congiunti.
Il movimento Hospice era ed è la risposta ad una società che tende ad emarginare sempre più sia la morte che le problematiche legate ai malati terminali, e che rischia quindi di diventare sempre più disumana.
L’idea di fondo è quella di ricondurre il processo di distacco dalla vita a parte integrante della vita stessa, restituendo quindi centralità alle dinamiche del morire nella coscienza della società civile e rendendo quindi possibile sia ai morenti che ai loro congiunti un fine vita dignitoso.
Le cure palliative
Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono palliative le cure che si occupano in maniera attiva e totale dei pazienti colpiti da una malattia che non rispondono più a trattamenti specifici. Il controllo del dolore, di altri sintomi e degli aspetti psicologici, sociali e spirituali del malato che si trova in questa situazione, sono di fondamentale importanza. Lo scopo delle cure palliative è il raggiungimento della miglior qualità di vita possibile per i pazienti e le loro famiglie alleviando prima di tutto il dolore di chi soffre e contribuendo a garantendogli comunque una buona qualità di vita. Alcuni interventi palliativi sono applicabili anche più precocemente durante il decorso della malattia, in aggiunta al trattamento oncologico.
Il termine deriva da"palliare", ovvero coprire, nascondere con un pallio, che nell’Antica Grecia e nell’Antica Roma era il telo di lana che si poggiava su una spalla e che veniva poi “drappeggiato” intorno al corpo, sopra la tunica.
Il termine deriva da"palliare", ovvero coprire, nascondere con un pallio, che nell’Antica Grecia e nell’Antica Roma era il telo di lana che si poggiava su una spalla e che veniva poi “drappeggiato” intorno al corpo, sopra la tunica.