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Guarito dal cancro?

Ricerca a lungo termine dei registri tumori italiani

Sopravvivere una malattia o guarire. Fino ad oggi un malato di tumore ancora in vita a distanza di dieci, quindici o addirittura più anni dal momento della prima diagnosi, veniva considerato tecnicamente un sopravvissuto. In uno studio pubblicato all’inizio dell’anno dall’associazione dei registri di tumore italiani, AIRTUM, parla invece per la prima volta di guarigione. E parla di 2,6 mio. italiani che vivono dopo essersi ammalati di tumore, più di un quarto del totale.
Sopravvissuto o guarito? Può sembrare una questione puramente semantica, ma per il malato è fondamentale. Guarito suona davvero in maniera diversa e implica tutta una serie di conseguenze. Ma procediamo un passo alla volta.
L’associazione AIRTUM raggruppa al momento quaranta registri di tumore in tutta l’Italia. Questi coprono all’incirca il 50 % del territorio italiano, raccolgono e studiano tutti i dati dei pazienti tumorali e li analizzano a fini statistici. Entro la fine dell’anno saranno aperti ulteriori 18 registri, e a questo punto il 70 percento del territorio nazionale risulterà coperto.
La raccolta dati dei pazienti oncologici è iniziata nel 1976. Ora sono stai esaminati e confrontati tutti i dati raccolti da 29 registri entro il primo gennaio 2010. Il risultato è più che positivo e sorprendente. Sempre più persone sopravvivono il cancro, non solo cinque anni o nove anni. No. Anche 15 anni, venti o più. Al primo gennaio 2010, 704.648 italiani malati di cancro avevano statisticamente la stessa attesa di vita di una persona non malata. Corrispondono all’ 1,2 % di tutta la popolazione. Secondo gli esperti dell’AIRTUM questo dato è motivo sufficiente per cambiare definizione e sostituire il concetto di “sopravvissuto di lungo periodo” con guarito.
E’ un dato di fatto. Viviamo sempre più a lungo. Almeno nei paesi europei e industrializzati. L’ Italia occupa il terzo posto a livello mondiale per quanto riguarda la longevità. Nel Bel Paese la media di aspettativa di vita nel 2013 ha toccato gli 82,5 anni. Al primo posto sono gli abitanti di Hongkong con 83,5, mentre i giapponesi sono al secondo con 83,1. In Germania si vive invece in media 81 anni.

Ogni anno sono 3 % in più le persone che vincono in modo defintivo il cancro!Ogni anno sono 3 % in più le persone che vincono in modo defintivo il cancro!

Ovviamente con l’aumento dell’aspettativa di vita aumenta anche il numero dei malati di tumore. Sale però anche il numero delle persone che vanno ritenute guarite. Ogni anno, così dice la ricerca AIRTUM, le persone in più che hanno superato definitivamente il cancro salgono del 3%. Persone alle quali è stato diagnosticato un tumore prima del raggiungimento del 45esimo anno di vita, secondo lo studio AIRTUM, hanno più possibilità di sopravvivere che persone che hanno più di 65 o 70 anni al momento della prima diagnosi.
Questo dato sembra confermare l’importanza del programma degli screening, che è sempre più efficace e che porta sempre più persone a sottoporsi agli esami di prevenzione per una diagnosi precoce. La cosiddetta prevenzione primaria fatta di mammografia, PAP-test, test del PSA per la prostata e test del sangue occulto nelle feci, nonché il vaccino delle ragazze contro il papilloma-virus sembra funzionare. Prima si scopre un tumore, migliore sono le possibilità di guarigione definitiva!
Anche le nuove terapie antitumorali che lavorano a livello molecolare e possono attaccare in modo sempre più mirato solo le cellule “impazzite“ senza danneggiare quelle sane, sono alla base di questo trend positivo. Inoltre sembra anche che l’idea di uno stile di vita responsabile e più salubre trovi sempre più seguaci nella popolazione.
Il numero sempre più alto di persone che sopravvivono alla lunga al cancro costringono il sistema sanitario pubblico e la società in genere a confrontarsi con nuove problematiche. La reintegrazione di persone nell’ambito lavorativo dopo lunga malattia, la qualità di vita degli ex pazienti oncologici necessitano ulteriori approfondimenti.
Una parte molto importante dei registri tumorali serve alla programmazione. Grazie alla molteplicità dei dati raccolti in un arco di tempo molto significativo, sia il sistema sanitario pubblico, sia la politica sono messi in condizione di effettuare i necessari aggiustamenti. E di programmare. Quanti letti per gli ospedali, quanti medici, quanto personale infermieristico, quante strutture di tipo ambulatoriale per garantire i controlli necessari degli ex pazienti, Senza dimenticare poi le indagini preventive…Bisogna inoltre tener conto dei danni cronici riportati dagli ex malati, il bisogno di assistenza psicologica e assistenza a casa, il loro diritto alla pensione ecc.
Solo trent’anni fa, negli anno Ottanta, ammalarsi di tumore equivaleva quasi ad una condanna alla morte. Poi il cancro negli anni è mutato allo stato di una malattia cronica e adesso sembra che siamo arrivati al punto dove pare del tutto lecito parlare di guarigione.

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Mai dimenticare: La prevenzione

Cure antitumorali sempre più efficaci – Intervista

Numeri e statistiche riguardo ai tumori sono il suo pane quotidiano. Il dottor Guido Mazzoleni è primario del reparto di Anatomia e Istologia Patologica dell'ospedale San Maurizio di Bolzano e direttore del registro tumori Alto Adige. In un’intervista spiega il suo punto di vista circa l’affermazione dell’AIRTUM che si può guarire in modo definitivo dal cancro.
Chance: Dott. Mazzoleni, è un gioco semantico o la ricerca pubblicata dall’AIRTUM, l’associazione di tutti i registri di tumori dell’Italia, corrisponde ad una svolta epocale? Non solo si può sopravvivere e a lungo il cancro ma si può guarire?
Dott. Guido Mazzoleni: Si tratta in effetti di una ricerca molto interessante ed è soprattutto anche una prova di quanto sia importante il lavoro svolto dai registri dei tumori. Io sarei forse un po’ più cauto nella formulazione. Le misure secondarie di prevenzione fanno sempre più presa, l’aspettativa di vita della popolazione continua a salire e molto probabilmente le persone diventano sempre più attente e sensibili e anche disposte ad adattare il loro stile di vita a quello che noi medici ed oncologi consideriamo uno stile sano e adatto a prevenire le malattie tumorali. In quest’ottica effettivamente non è più una rarità che i malati sopravvivano alla loro diagnosi di cancro di dieci, quindici, anche venti e più anni per arrivare ad avere la stessa aspettativa media di vita delle persone non malate. Io penso sia più una questione di definizione parlare di sopravvivenza prolungata piuttosto che di guarigione.
Chance: Per i paziente è però forse proprio questa parola che fa la differenza…
Dott. Mazzoleni: Il fatto è che oggi siamo in grado, grazie anche alle misure di prevenzione, di curare con successo un gran numero di patologie oncologiche. Prendiamo per esempio il carcinoma al collo dell’utero. Grazie ai PAP-test da noi è quasi scomparso, in Alto Adige ci sono tra i 20 e 40 casi – quasi tutto in fase precoce - all’anno sui 4.000 complessivi. In Africa invece è una delle cause importanti di mortalità femminile.
Chance: Lei parla di prevenzione primaria, prevenzione secondaria…
Dott. Mazzoleni: …esattamente e di prevenzione terziaria , termine che usiamo per la terapia del carcinoma. In questo ambito noi in Alto Adige come del resto tutta l’Italia del nord, siamo tra i primi in Europa. Applichiamo i protocolli più all’avanguardia. Ogni caso, ogni paziente è monitorato e seguito da una rete complessa. I nostri pazienti possono essere certi di venire curati seguendo le ultime ricerche e in base gli standard scientifici più moderni. In caso di diagnosi precoce, cioè se siamo in grado di individuare il carcinoma in uno stadio iniziale, ovvero se il tumore è sotto i cinque millimetri, possiamo garantire al paziente probabilità eccellenti di venirne fuori. La prevenzione primaria invece è sempre una faccenda molto delicata.
Chance: Parla dello stile di vita, il rispetto delle dodici regole contenute nel famoso codice europeo contro il cancro? Non fumare, poca carne (rossa), poco alcool, movimento regolare, dieta mediterranea, controllare e conoscere il proprio corpo…
Dott. Mazzoleni: Si, certo, e qui ognuno deve essere responsabile di se stesso e deve trovare il proprio equilibrio adottando uno stile di vita salutare che non diventi però privazione totale dei piaceri.
Chance: Intende dire che non siamo obbligati a diventare tutti vegetariani anche se si dice che il consumo di carne può portare al cancro?
Dott. Mazzoleni: Sì, pressappoco… Ognuno deve trovare la propria quota di rischio individuale. Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto Europeo del Cancro a Milano per esempio è diventato vegetariano, da quando ha letto lo „China-Study“, pubblicato negli anni 90 da Colin e Thomas Campbell. Anch’io ho letto questa ricerca. E anch’io ho pensato di diventare vegetariano. Per dieci minuti. Io mangio ancora la carne, ma la mangio con misura. E più o meno lo stesso vale per l’alcol. Posso rinunciare del tutto, ma posso anche consumarlo a piccole dosi, per non danneggiare il mio organismo. Ma tutto questo non è come fare uno più uno eguale a due. Ci sono poi tanti fattori che ancora non conosciamo…
Chance: E per questo secondo lei la prevenzione primaria è una faccenda delicata?
Dr. Mazzoleni: Esatto. Un esempio: in Alto Adige ci sono molto più casi di tumore allo stomaco che altrove. Si pensa che una delle cause possa essere il consumo di carne di maiale affumicata, dello speck, degli insaccati. Può darsi …. Ma non solo. Una volta la gente non aveva altra possibilità per la conservazione dei viveri che l’affumicatura o la preparazione sotto sale. Oggi ognuno di noi possiede un frigorifero. Ma non so, possiamo andare a comprare degli alimenti freschi tutti i giorni, potremmo quindi mangiare degli alimenti freschi anche senza frigorifero. L’insalata la troviamo tutto l’anno, frutta idem… non sempre le cause sono così ovvie e seguono delle logiche conosciute. Ci sono anche dei vegetariani che si ammalano di carcinoma come ci sono (anche se ben pochi), delle persone che fumano per tutta la vita e che arrivino a novanta anni.
Chance: Torniamo alla domanda iniziale: si può guarire del tutto o no?
Dott. Mazzoleni: Vede, oggi ho visto la biopsia di una paziente che 18 anni fa ha avuto un tumore alla mammella. E adesso è tornato, nello stesso punto. Negli ultimi 18 anni questa donna ha vissuto bene e senza alcun disturbo. Sono convinto che dopo la terapia potrà tornare a farlo per altrettanto tempo…

Il dottor Guido MazzoleniIl dottor Guido Mazzoleni