Attuale
Molto più che acciaio, radio e chemio
Conferenza di oncologia integrativa – Integrazione della medicina tradizionale
Il cancro è una patologia che non colpisce solamente un organo o una parte del corpo, ma tutto l’individuo, il corpo e lo spirito. E quindi deve essre trattato in modo olistico. Per combatterlo in modo efficente e duraturo e per sconfiggerlo, la medicina tradizionale non è sufficiente.
La terapia radiologica già da tempo è stata trasferita dall’ospedale di Bolzano alla Clinica Bonvicini. Il venerdì pomeriggio la clinica invita i pazienti radiologici e i congiunti a dipingere assieme all’artista Sigrid Trojer. E una volta al mese, a conclusione del corso, viene organizzata una conferenza su temi di attualità riguardanti il cancro. La prima conferenza, svoltasi ad aprile aveva come tema: la cura integrativa del seno e l’oncologia integrativa.
La clinica esiste da 50 anni e dal 2003 vi viene effettuata la terapia radiologica del servizio sanitario pubblico. Il Dott. Bonvicini con i figli Matteo ed Alessandro, hanno salutato tutti i presenti alla conferenza. Bonvicini ha sottolineato quanto venga apprezzato dai pazienti il fatto di potersi sottoporre alla radioterapia in un ambiente che non ricorda troppo un ospedale, senza per questo perdere in qualità. Il reparto, tra l’altro, lavora a stretto contatto con la clinica universitaria di Innsbruck e le attrezzature e il know how rispondono ai più moderni standard europei.
Grande l’interesse per il tema dell‘oncologia integrativa: la sala della clinica Bonvicini era piena. Due ore e mezza di relazioni, durante le quali sono stati affrontati da diversi punti di vista sia il tema cancro sia la possibilità di trattarlo in modo olistico. Relax Training, psicologia oncologica, alimentazione, medicina complementare e terapia del movimento...
I numeri gli danno ragione. “Il cancro al seno è un carcinoma esemplare per l’oncologia. I centri senologici di Bolzano, Bressanone e Merano sono certificati ISO e lavorano secondo i più recenti standard internazionali. Il progresso nella diagnosi precoce, gli screening su vasta scala in tutto l’Alto Adige, la creazione di strutture per la cura oncologica, una chirurgia e chemio- e radioterapia efficienti, hanno fatto sì che a Merano dopo 5 anni il tasso di sopravvivenza sia dell’87%”. È un risultato positivo anche messo a confronto con i dati a livello internazionale. Ma, afferma Heidegger, tecnica chirurgia e radioterapia da sole non sono sufficienti, ci vuole un approccio olistico per guarire un paziente e per garantirgli al tempo stesso una buona qualità di vita. “Se il corpo, lo spirito e l’anima sono in armonia, allora si rafforza il sistema immunitario e si prevengono le recidive.” In questo le donne sono molto più attente alla salute rispetto agli uomini e prendono da sè l’iniziativa di cercare delle integrazioni alle terapie tradizionali. “Un’alimentazione sana, l’equilibrio psicologico, l’attività fisica (importante quanto un farmaco) e terapie complementari aiutano a superare meglio la malattia!”
L’anamnesi del peso delle donne ha evidenziato che la maggioranza delle pazienti conosceva già le dieci regole contro il cancro, cosa che però non implica automaticamente la loro adozione adeguando il loro stile di vita. Maria Elena Azzaro:“Il 75% delle donne sopra i 50 anni fa regolarmente movimento fisico. Il 36% delle donne sopra i 55 anni è sovrappeso, ha il colesterolo alto, il diabete oppure altri disturbi legati all’eccessivo peso corporeo, tutti fattori che possono contribuire all’insorgenza del cancro. Inoltre si muovono troppo poco.”
Purtroppo non è garantito nemmeno il contrario: anche chi adatta il proprio stile di vita al cento per cento a queste dieci regole, non ha la garanzia assoluta di non ammalarsi di cancro. “Possiamo contribuire al 50% al fatto di non ammalarci, il resto è fortuna!”
L’attesa è la cosa peggiore. L’attesa della diagnosi, delle decisioni del tumorboard riguardo le terapie, dell’operazione, della chemioterapia. Sono momenti estenuanti. Tutti i pazienti oncologici normalmente vengono presentati all’onco-psicologo per almeno un incontro. Non tutti sono disposti ad accettarlo, della serie “non sono mica matto.” Non tutti hanno bisogno di un tale sostegno. “È per esempio il caso delle donne sostenute da una famiglia solida alle spalle o con un vasto cerchio di amicizie”, dice il dottor Norbert Längerer.
Parlando con loro, l’onco-psicologo deve aiutare le pazienti a sviluppare delle strategie. “Cosa posso fare oggi per me stessa? Come affronto tutto questo? Come lo dico ai miei figli?” La paziente deve sapere che può raccontare la verità, magari non tutta. Bisogna dare spazio alla paura e al dolore. Piangere anche davanti ai figli.
Anche la sessualità è un tema importante. Tante donne temono di non essere più attraenti per i loro uomini e evitano per questo motivo i momenti di intimità. Rassicura invece il Dott. Längerer:“Per l’uomo è importante che la moglie ci sia e non che seno ha!”La riflessologia plantare e l'agopuntura sono delle terapie complementari che aiutano contro gli effetti collaterali della chemioterapia
La clinica esiste da 50 anni e dal 2003 vi viene effettuata la terapia radiologica del servizio sanitario pubblico. Il Dott. Bonvicini con i figli Matteo ed Alessandro, hanno salutato tutti i presenti alla conferenza. Bonvicini ha sottolineato quanto venga apprezzato dai pazienti il fatto di potersi sottoporre alla radioterapia in un ambiente che non ricorda troppo un ospedale, senza per questo perdere in qualità. Il reparto, tra l’altro, lavora a stretto contatto con la clinica universitaria di Innsbruck e le attrezzature e il know how rispondono ai più moderni standard europei.
Grande l’interesse per il tema dell‘oncologia integrativa: la sala della clinica Bonvicini era piena. Due ore e mezza di relazioni, durante le quali sono stati affrontati da diversi punti di vista sia il tema cancro sia la possibilità di trattarlo in modo olistico. Relax Training, psicologia oncologica, alimentazione, medicina complementare e terapia del movimento...
Relax Training
Manuela Martelli è un’educatrice del movimento, un’attività che esercita con i neonati, bambini dell’asilo e della scuola, e anche con persone che soffrono di malattie psichiche o di varie patologie fisiche, tra cui il cancro. “Per me il lavoro col corpo è estremamente importante”, dice. “E il respiro è una chiave, una via, per sbloccare le emozioni.” Manuela offre ai pazienti corsi con esercizi di rilassamento statici e dinamici, esercizi che aiutano a lasciarsi andare ed esercizi che aiutano a riacquistare il rapporto col corpo e lo spirito.
Una medicina tradizionale aperta
È un convinto medico tradizionale e non intende il termine assolutamente in maniera negativa. Ma durante il suo lavoro quotidiano ha capito che la medicina trazionale funziona (ancora) meglio, se i pazienti ricevono ulteriori supporti da altre parti. Il Dott. Herbert Heidegger, primario di Ginecologia all’ospedale di Merano e direttore del Centro Senologico a Merano, vede l’oncologia integrativa, la collaborazione tra diversi componenti, medici specialisti, radioterapia, psicologia oncologica, medicina complementare, dietologi, sia in campo terapeutico che nella prevenzione, come la via più promettente per combattere con successo il cancro.I numeri gli danno ragione. “Il cancro al seno è un carcinoma esemplare per l’oncologia. I centri senologici di Bolzano, Bressanone e Merano sono certificati ISO e lavorano secondo i più recenti standard internazionali. Il progresso nella diagnosi precoce, gli screening su vasta scala in tutto l’Alto Adige, la creazione di strutture per la cura oncologica, una chirurgia e chemio- e radioterapia efficienti, hanno fatto sì che a Merano dopo 5 anni il tasso di sopravvivenza sia dell’87%”. È un risultato positivo anche messo a confronto con i dati a livello internazionale. Ma, afferma Heidegger, tecnica chirurgia e radioterapia da sole non sono sufficienti, ci vuole un approccio olistico per guarire un paziente e per garantirgli al tempo stesso una buona qualità di vita. “Se il corpo, lo spirito e l’anima sono in armonia, allora si rafforza il sistema immunitario e si prevengono le recidive.” In questo le donne sono molto più attente alla salute rispetto agli uomini e prendono da sè l’iniziativa di cercare delle integrazioni alle terapie tradizionali. “Un’alimentazione sana, l’equilibrio psicologico, l’attività fisica (importante quanto un farmaco) e terapie complementari aiutano a superare meglio la malattia!”
Consulenza dietologica
Maria Elena Azzaro presiede il reparto di Dietologia dell’ospedale di Merano. Dal 2013 sta raccogliendo dati per un protocollo che indaga il rapporto tra alimentazione e salute fisica. Il protocollo conferma in toto l’importanza delle dieci regole del codice oncologico internazionale. “Troppo alcool, sovrappeso, poco movimento fisico, alimentazione sbagliata, fumo ecc. Favoriscono senza dubbio l’insorgenza del cancro, e questo sia prima che dopo la menopausa!” Le indagini nel Day-Hospital hanno confermato il ruolo importante dell’alimentazione anche durante la malattia e durante la terapia ormonale. “Più del 30% delle recidive potrebbero essere evitate con una dieta specifica e il controllo del peso corporeo!”L’anamnesi del peso delle donne ha evidenziato che la maggioranza delle pazienti conosceva già le dieci regole contro il cancro, cosa che però non implica automaticamente la loro adozione adeguando il loro stile di vita. Maria Elena Azzaro:“Il 75% delle donne sopra i 50 anni fa regolarmente movimento fisico. Il 36% delle donne sopra i 55 anni è sovrappeso, ha il colesterolo alto, il diabete oppure altri disturbi legati all’eccessivo peso corporeo, tutti fattori che possono contribuire all’insorgenza del cancro. Inoltre si muovono troppo poco.”
Purtroppo non è garantito nemmeno il contrario: anche chi adatta il proprio stile di vita al cento per cento a queste dieci regole, non ha la garanzia assoluta di non ammalarsi di cancro. “Possiamo contribuire al 50% al fatto di non ammalarci, il resto è fortuna!”
L’assessora provinciale Martha Stocker
“Ci stiamo specializzando sempre di più,” afferma l‘assessora provinciale alla Salute Martha Stocker nel suo breve discorso di saluto. “Ma questo non basta. Abbiamo bisogno di competenze altamente qualificate associate ad umanità ed intuizione, così come di un approccio olistico.” All’assessora è stato consegnato da Sigrid Trojer, che tiene ogni settimana il corso di pittura per i malati in radioterapia, un quadro dipinto insieme alle pazienti. Martha Stocker ha promesso di dedicargli un posto d’onore nel suo ufficio.
La psico-oncologia
Una diagnosi di cancro scombussola tutta la vita, dice lo psico-oncologo Norbert Längerer. “Si può però mantenere una buona qualità di vita se si partecipa in modo consapevole e attivo alla pianificazione della terapia, se non ci si affida passivamente alla routine terapeutica.” Uno dei compiti importanti dello psico-oncologo è quello di portare la paziente a essere responsabile di sè stessa e a infonderle fiducia. A farle conoscere quali sono le sue risorse.L’attesa è la cosa peggiore. L’attesa della diagnosi, delle decisioni del tumorboard riguardo le terapie, dell’operazione, della chemioterapia. Sono momenti estenuanti. Tutti i pazienti oncologici normalmente vengono presentati all’onco-psicologo per almeno un incontro. Non tutti sono disposti ad accettarlo, della serie “non sono mica matto.” Non tutti hanno bisogno di un tale sostegno. “È per esempio il caso delle donne sostenute da una famiglia solida alle spalle o con un vasto cerchio di amicizie”, dice il dottor Norbert Längerer.
Parlando con loro, l’onco-psicologo deve aiutare le pazienti a sviluppare delle strategie. “Cosa posso fare oggi per me stessa? Come affronto tutto questo? Come lo dico ai miei figli?” La paziente deve sapere che può raccontare la verità, magari non tutta. Bisogna dare spazio alla paura e al dolore. Piangere anche davanti ai figli.
Anche la sessualità è un tema importante. Tante donne temono di non essere più attraenti per i loro uomini e evitano per questo motivo i momenti di intimità. Rassicura invece il Dott. Längerer:“Per l’uomo è importante che la moglie ci sia e non che seno ha!”La riflessologia plantare e l'agopuntura sono delle terapie complementari che aiutano contro gli effetti collaterali della chemioterapia
La medicina complementare
Dal 2010 all’ospedale di Merano esiste un reparto di Medicina Complementare. Fino al 2014 si è trattato di un progetto pilota. Anche qui ogni paziente oncologico è esentato dal pagamento del ticket per tutte le terapie e le visite. Nel 2015 il reparto ha avuto contatti con 17.000 pazienti. Circa il 50% sono pazienti oncologici, gli altri sono pazienti che vengono per le terapie del dolore. “I pazienti oncologici hanno la precedenza nelle prenotazioni”, spiega la Dott.ssa Hildegard Zeisel, che ha presentato l’attività del reparto. Su mille prime visite all’anno, ca il 50% sono pazienti di Merano, il 30% di Bolzano e il 20% di Bressanone e Brunico.L’obiettivo della medicina complementare è il miglioramento della qualità di vita dei pazienti, alleviare gli effetti collaterali delle terapie convenzionali, della chemio- e della radioterapia. Un supporto terapeutico adatto ai sintomi del singolo paziente, il rafforzamento del sistema immunitario e delle difese dell’organismo.
Le terapie sono molto varie: agopuntura, osteopatia, consulenza alimentare, riflessologia plantare, Shiatsu, medicina ortomolecolare (apporto di minerali e vitamine per rafforzare il fisico durante e dopo la chemioterapia), terapia del calore o terapia alle onde magnetiche in caso di dolori ecc.
“Tutti i trattamenti seguono protocolli internazionali”, afferma la Dott.ssa Zeisel. “La medicina complementare non è un’alternativa alla medicina convenzionale, ma è dimostrato che le terapie convenzionali vengono sopportate meglio dai pazienti se soffrono meno gli effetti collaterali.”
Terapia del movimento
Al termine della conferenza ha preso la parola una ex paziente. Valentina Vecellio, ex-atleta agonista, che sulla base della propria esperienza con la malattia ha messo in piedi un programma salutistico di successo. “Negli anni ‚70 si era convinti che chi aveva il cancro non dovesse muoversi. Già al termine degli anni 80 si sono creati in Germania i primi gruppi sportivi di pazienti oncologici. Il mio gruppo è stato il primo in Italia!”.Questo avveniva cinque anni fa. Nel frattempo la terapia del movimento, sostenuta dal reparto di Ginecologia di Merano e dall’Assistenza Tumori altoatesina, ha avuto un successo senza precedenti. Valentina Vecellio ha anche pubblicato un libro. Il movimento fin dal primo giorno della terapia aiuta non solo a ridurre gli effetti collaterali, ma aumenta le forze di autoguarigione e agisce in modo positivo sul morale delle pazienti. “Però”, dice Valentina Vecellio, “il programma di movimento deve essere stabilito in accordo con il medico.” Il movimento è vita, questa è la ferma convinzione di Valentina Vecellio e di questo sono convinte anche le “ragazze”, come le definisce simpaticamente, del suo gruppo di terapia del movimento.Gli organizzatori e i relatori della conferenza