Attuale

Radioterapia all‘avanguardia

Più mira, dosaggio più alto e tempi accorciati grazie al nuovo acceleratore lineare

Il reparto di Radioterapia del servizio sanitario che fa capo alla clinica Bonvicini dispone dallo scorso ottobre di un nuovo acceleratore lineare, l’unico del suo genere nel Triveneto e uno dei più sicuri a livello mondiale.
Elektra Versa HD, questo il nome della nuova apparecchiatura, permette di mirare con la massima precisione il tumore, senza danneggiare il tessuto sano circostante. Con l’arrivo del nuovo acceleratore verrà aumentato l’organico del reparto, portandolo a sette medici specialisti, due specializzandi, tre fisici, nove assistenti radioterapici (part-time), quattro infermiere e tre segretarie con lo scopo di poter garantire a tutta la popolazione altoatesina la possibilità di farsi curare in provincia, a parte i casi particolari che necessitano di cure specialistiche che non possono essere garantite in loco.
La radioterapia è una delle tre colonne della cura tumorale assieme alla chemioterapia e alla chirurgia oncologica. Grazie allo sviluppo di macchinari sempre più sofisticati, oggi si possono alzare i dosaggi senza che il paziente subisca troppi danni collaterali. In certi casi la radioterapia può addirittura sostituire la chirurgia.
Il nuovo acceleratore Versa HD è dotato di uno scanner particolare che indirizza i raggi monitorando il ritmo del respiro del paziente. Questa tecnica evita effetti negativi sul cuore, soprattutto in pazienti con tumore alla mammella o comunque in zona toracica.
“In un tempo non troppo lontano”, spiega il vice-primario della radioterapia, il dottor Martin Maffei, “saremo anche in grado di eseguire veri e propri interventi radio-chirurgici.” In questo momento vengono già effettuati degli interventi frazionanti. “Per disintegrare una lesione neoplastica ci vogliono al momento un minimo di cinque sei sedute.” In genere i tempi della radioterapia potranno essere ridotti da 35 – 40 a 10 -15 sedute.

Durante la radioterapia i pazienti sono costantemente sorvegliati; in caso di deviazioni la macchina si ferma immediatamente e il paziente non rischia ulteriori danni.
Già due anni fa il reparto aveva acquistato un acceleratore di nuova generazione che con pochi aggiornamenti può essere portato a livello 2016. In questo modo i pazienti sono tutelati anche in caso di guasti tecnici e non rischiano tempi d’attesa dilatati, oltre al fatto che avere due macchine di alto livello consente il trattamento simultaneo di più pazienti con tempi d’attesa per iniziare la terapia che si aggirano attorno alle due settimane.
Il vice primario Martin Maffei è particolarmente orgoglioso della collaborazione tra il suo reparto e quello di Neurochirurgia, situato all’ospedale San Maurizio di Bolzano. Una sinergia unica nel suo genere in Italia, dice. “Il neurochirurgo che ha in cura un paziente può marcare la lesione neoplastica e la sua localizzazione nel cervello e inviarmi questo protocollo direttamente tramite un nuovo software in modo da consentirmi di allineare in modo preciso la radioterapia da effettuare.”
Conclusione: il sistema sanitario altoatesino è in grado di garantire ai pazienti oncologici cure secondo gli standard più avanzati e moderni. Sottolinea il dottor Maffei: “I nostri pazienti possono essere certi che ogni caso viene studiato nel minimo dettaglio per decidere la cura più adatta, e nel caso che siano necessari ulteriore terapie particolari non esiteremo a indirizzarli verso dei centri specializzati a Trento, Milano o Heidelberg.”

Dott. Martin MaffeiDott. Martin Maffei


Attuale

Una collaborazione riuscita

Festa di inaugurazione del nuovo acceleratore lineare di Radioterapia

Non sono mancati, per così dire, i personaggi importanti, a dimostrazione di quanto sia importante l’inaugurazione del nuovo acceleratore lineare del reparto di Radioterapia della clinica Bonvicini non solo per l’Assessorato alla sanità, ma anche per la Giunta provinciale. Una giornata di festa per il reparto, per la clinica Bonvicini e la famiglia Bonvicini, ma soprattutto per i pazienti!
Linaugurazione della nuova apparecchiatura, a cui hanno partecipato l’Assessora Provinciale alla sanità Martha Stocker, il Vicepresidente della giunta Christian Tommasini, l'Assessore Provinciale Roberto Bizzo, il Direttore del Comprensorio sanitario Umberto Tait, il Direttore uscente del Servizio Sanitario dott. Oswald Mayr, è stata caratterizzata da un’atmosfera particolare, tipica della clinica Bonvicini.
Da un lato la radioterapia è da considerarsi un reparto del servizio sanitario pubblico, dall’altro è inserita nella clinica Bonvicini, una struttura privata a conduzione familiare che, a differenza dell'ospedale provinciale di Bolzano, conserva un che di domestico. Gli onori di casa sono stati fatti dal direttore della clinica, dott. Paolo Bonvicini assieme ai figli Matteo e Alessandro.
Il reparto di Radioterapia dal 2003 fa capo alla clinica Bonvicini. Fin dall’inizio la dotazione tecnica comprendeva due apparecchiature, in modo tale da garantire ai pazienti, anche in caso di problemi tecnici, che la terapia non fosse interrotta. Due anni fa poi era stata acquistata una nuova apparecchiatura che ora viene affiancata dal nuovo acceleratore lineare Elektra Versa HD.
Tra progettazione, permessi, acquisto e messa in opera, sono trascorsi soltanto sei mesi. Un eccellente esempio di collaborazione efficace tra strutture pubbliche e private! Come è stato sottolineato dal dott. Paolo Bonvicini durante il discorso di saluto, è stata data particolare importanza al fatto di operare secondo parametri pubblici e con la più grande trasparenza. "Posso solo essere grato per questa sinergia assolutamente riuscita, per l’empatia, professionalità e passione del personale del reparto. E i riscontri positivi dei pazienti sono lo stimolo migliore per noi!“
“Le persone hanno diritto di ricevere la terapia migliore e hanno il diritto di riceverla qui in provincia“, ha sottolineato l’Assessora alla Sanità Martha Stocker nel suo discorso. “Questo si traduce in qualità di vita“. Christian Tommasini ha tenuto a sottolineare che la sua presenza in funzione di vice-presidente, dimostra l’importanza che la giunta provinciale riserva al settore sanitario e alle sue strutture in particolare. „Viviamo sempre più a lungo e per questo abbiamo bisogno di un'assistenza sanitaria sempre migliore. “

L’Assessore Roberto Bizzo ha invece ribadito che la collaborazione tra servizio pubblico e strutture private, la creazione di sinergie, rappresenta la via da battere per il futuro. “Se poi vengono messe a disposizione le migliori tecnologie come nel reparto di Radioterapia alla clinica Bonvicini, allora i nostri pazienti possono solo trarne profitto. “

La presentazione del nuovo acceleratore lineare è stata occasione per uno sguardo sulla storia della radioterapia in Alto Adige. La presentazione del nuovo acceleratore lineare è stata occasione per uno sguardo sulla storia della radioterapia in Alto Adige.

Il dott. Martin Maffei, vice-primario del reparto, ha poi passato in rassegna gli anni passati a partire dal 2003, quando Il Servizio di Radioterapia Oncologica del Comprensorio Sanitario di Bolzano (gestito in collaborazione con la Clinica Universitaria di Innsbruck ) si è trasferito dall’ospedale di Bolzano alla Casa di Cura Bonvicini, clinica privata nata nel 1966. “In confronto agli inizi, il nuovo acceleratore lineare che stiamo presentando oggi è come il più moderno smartphone paragonato a uno dei primissimi cellulari degli anni 90.”

Il primario della Radioterapia e direttore della Radioterapia della clinica universitaria di Innsbruck, prof. Peter Lukas, ha dovuto invece disdire la sua partecipazione per motivi di salute.
Il nuovo acceleratore lineare, grazie al posizionamento robotizzato e ultra-preciso della strumentazione e grazie ad un software clinico di ultimissima generazione, è in grado di emettere alte dosi di radiazioni e di indirizzarle con estrema precisione e velocità sui tessuti tumorali in modo da risparmiare il più possibile i tessuti sani. I pazienti altoatesini oggi hanno dunque la garanzia di ricevere trattamenti secondo i parametri più innovativi. Nel corso del 2014 nella clinica Bonvicini sono stati sottoposti a radioterapia 728 pazienti, nel 2016 saranno tra gli 840 e gli 860, per l’anno 2017 se ne stimano invece 960. Numeri che crescono. “Il progetto sarebbe quello di poter trattare tutti i pazienti altoatesini qui in provincia”, ha precisato il dottor Maffei. E poi un' ulteriore buona notizia: con il nuovo acceleratore lineare Elektra Versa HD sarà infatti possibile effettuare anche interventi radio-chirurgici su tumori non operabili oppure su microlesioni neoplastiche e metastasi.
Paolo Bonvicini
“Sono molto soddisfatto di questo nuovo acquisto. Con questa nuova apparecchiatura, l’unica del suo genere in Triveneto, siamo in grado di trattare qui a Bolzano più del 90% dei pazienti altoatesini. Negli altri casi si tratta di situazioni particolarmente complesse o forme di tumore rare, per le quali non riusciamo ad accumulare abbastanza esperienza, visto appunto i numeri piccoli. Pazienti che si trovano in una simile situazione, vengono da noi indirizzati verso centri altamente specializzati come Milano, Trento o Heidelberg.”
La prima
Hildegard PuffHildegard Puff
Nel 2003 è stata per alcuni mesi la prima ed unica infermiera del reparto distaccato di radioterapia della clinica Bonvicini. Hildegard Puff venne assunta dal dott. Paolo Bonvicini che aveva capito che, anche per via della sua storia personale, sarebbe stata la persona giusta al posto giusto.
Hildegard Puff ha avuto esperienza diretta del cancro quando si ammalò suo figlio e la sua particolare sensibilità le è stata di aiuto anche nei rapporti quotidiani con i pazienti. All’inizio si trattava di un piccolo team, oggi è diventato un grande reparto. La motivazione dei collaboratori però è rimasta la stessa.
Oggi Hildegard Puff non lavora più a diretto contatto con i pazienti; si occupa invece dei primi contatti telefonici con i nuovi pazienti. Un compito che le sta molto a cuore e che richiede un approccio cauto e una grande sensibilità.